Il futuro di Londra: Carlo III e la sua discendenza. Quale sarà il futuro 4.0 dell’Inghilterra?
- di: Leonardo Dini
I commenti e le analisi di queste ore si concentrano sul dato biografico e sul gossip della Regina Elisabetta ma non sul tema essenziale del futuro della Inghilterra. Liz Truss non è Margaret Thatcher né Angela Merkel, ma teoricamente governerà, questa la speranza finale di Elisabetta II, a lungo. Carlo da Re sarà sorprendente, ecologista, ambientalista, appassionato di architettura, tanto da fondare in Italia una scuola di architettura, cultore della botanica, tanto da non perdere mai un festival di floricoltura, noto finora più per i suoi love affairs che per le prerogative Reali, ha come pure suo figlio William una sensibilità umana e un senso della storia e della solidarietà' raro nei Reali, tanto più in quelli Britannici e che gli deriva proprio dalla ascendenza dei Battemberg, poi Mountbatten, il cognome paterno, dalla famiglia Reale Scandinava Danese.
Sta avvenendo anche, ma pochi, tranne i nobili e i cultori di genealogia ne sono consapevoli, un cambio di dinastia: finiscono, con Elisabetta II, i Windsor Hannover e iniziano i Windsor Mountbatten. Di fatto la famiglia Reale di Grecia, quella nativa di Filippo di Edimburgo e la Casa Reale di Danimarca di cui i Battemberg sono linea cadetta, salgono al prestigioso trono inglese e proseguiranno loro, per almeno una generazione, la tradizione monarchica che nasce dal medio evo e si è rafforzata nei secoli, dalla Magna Charta che proponeva una forma in nuce di democratizzazione del potere, sino al Commonwealth, in voga fino al ‘900. Non è la prima volta, nel medioevo i regni inglese e danese sono stati uniti e i danesi dominarono in Inghilterra al tempo dell’Impero di Harold I il Grande, prima dell'avvento dei Normanni, con William il Conquistatore, nel 1000, ad Hastings.
Paradossalmente il Commonwealth formalmente esiste ancora e esattamente come Elisabetta, Carlo, ed è una delle questioni che dovrà affrontare, è ancora capo di Stato di Canada e Australia e di molte realtà dell'ex Impero Inglese nel mondo, una situazione anacronistica almeno quanto il problema della continuazione futura della monarchia. Carlo potrebbe infatti, data la età avanzata (è in panchina in attesa da decenni della successione), abdicare senza grandi traumi per la opinione pubblica inglese, presto, nei riguardi di William, ben più popolare, anche in funzione del ricordo universale di Lady Diana, sua madre. William però ha un nome scomodo, lo stesso del primo Re di mille anni fa, e potrebbe rappresentare dunque l'alfa e l'omega cioè il punto di arrivo della storia dinastica. La monarchia potrebbe tradursi in Repubblica inaspettatamente proprio con William II. Per non dire dei precedenti infausti e dei conflitti dinastici e politici durante i Regni di Carlo I e Carlo II.
Anche se in Europa e nel mondo le monarchie sono ancora in maggioranza rispetto alle Repubbliche, i tempi sono maturi per avverare il sogno di Oliver Cromwell e della libera Inghilterra del 1600, al tempo di Hobbes, Locke e Hume, i filosofi empiristi inglesi. Elisabetta non è stata solo la Regina più longeva e dal potere più lungo ma potrebbe essere anche l'ultimo grande monarca inglese. La economia e la finanza inglesi, la city londinese degli affari ormai da tempo sono a dimensione mondiale e multinazionale e lo stesso William Windsor ha lavorato alcuni anni nella City presso una banca, da giovane della nuova generazione aristocratica inglese che abbina blasone e lavoro. Henry a sua volta ormai fa più parte del mondo di L.A. Los Angeles e di Hollywood e dei mass media americani che dell'establishment inglese. Dunque, George e Archie i due eredi in futuro, dà adulti, potrebbero vivere tra UK e USA, da semplici nobili del sangue, senza ambizioni sovrane, come è successo a molte altre dinastie, non esclusa quella nostrana. Ma il vero quid resta il futuro dell’Inghilterra, indipendentemente dalla forma monarchica o repubblicana. Compito arduo ma centrale sia dei Reali sia dei premiers sarà impedire il declino inglese e anzi favorire un rilancio e rinascita anche a fronte del problema Brexit sì o no e dell'indipendentismo inevitabile di Scozia e Irlanda del Nord. La Scozia ambisce tuttora, nonostante Edimburgo e Balmoral, fulcro dei Windsor, alla indipendenza, di cui Sean Connery stesso fu fautore. Il futuro inglese è connesso comunque a quello europeo e anche William Windsor e Charles III ne hanno consapevolezza, così come ne aveva Lilibeth, il nome in famiglia di Elisabetta II.