Il 2023 sta offrendo al mondo obbligazionario un anno interessante

- di: Rocco Bove, Head of Fixed Income di Kairos Partners SGR
 
Si è da poco concluso il Forum di Sintra, l'appuntamento che si tiene ogni anno in Portogallo, organizzato dalla Banca Centrale Europea e dove i banchieri centrali sono invitati a discutere di politica monetaria e delle prospettive di lungo periodo dell'economia mondiale. Il titolo di questa edizione è stato “Stabilizzazione macroeconomica in un contesto di inflazione volatile”. È un appuntamento molto importante, che attira sempre l'interesse degli investitori, e quest'anno lo è stato doppiamente, perché i banchieri centrali sono oggi al centro dell'attenzione di tutto il mercato, dopo quasi un anno intero di rialzi consecutivi.

Le attese non sono state deluse, perché le indicazioni emerse sono molto interessanti, tuttavia non ci sono state sorprese perché i banchieri centrali hanno parlato a voce univoca, ribadendo quello che è il messaggio che si ripete negli ultimi mesi, ovvero un ciclo economico che sorprende in positivo, quindi più resiliente di quello che ci aspettava, così come per l’inflazione che sta scendendo ad un passo molto più lento di quello che i mercati, e forse anche i banchieri centrali, pensavano e auspicavano. Il leitmotiv del Forum è stato di fatto aprire a nuovi rialzi di tassi, laddove dovessero servire, praticamente scontati per Bank of England ed ECB e molto probabilmente anche per la Fed.

Il mercato non è stato colto di sorpresa, anzi, in qualche modo aveva già digerito e fattorizzato, quello che poi è emerso dal meeting di Sintra. Quindi la reazione è stata molto sfumata.

Da sottolineare come a Sintra sia emerso che  i banchieri centrali non avranno più un atteggiamento ortodosso, come di fatto negli ultimi 15 mesi di rialzi per far scendere l'inflazione, e si orientino sempre più ad adottare una strategia data dependency che accompagnerà sostanzialmente le Banche Centrali sicuramente nel corso dell'estate, ma probabilmente anche in l’autunno, con delle differenze geografiche molto chiare. La Fed è partita prima e probabilmente potrà rallentare prima il passo, anzi di fatto è già successo perché a giugno si è presa una pausa, mentre l’ECB è partita dopo e quindi deve correre un pochino di più, e Bank of England è in una posizione ancora diversa perché è stata spiazzata da un’inflazione, che se globalmente fa fatica a scendere, in Inghilterra è addirittura sorprendentemente al rialzo.
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