IG Italia - Euro molto debole, indici PMI confermano la crisi dell’economia europea

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
In mattinata S&P Global ha reso che per la prima volta in sette mesi, l’indice destagionalizzato Flash PMI Composito della Produzione dell’Eurozona è sceso al di sotto della soglia di 50, posizionandosi nel mese di settembre a 48,9 da 51,0 di agosto, indicando una contrazione del comparto industriale. L’indice manifatturiero si è attestato al 44,8, minimo degli ultimi 9 mesi e inferiore rispetto alle aspettative di mercato (45,6). L’indice dei servizi è sceso a 50,5 da 52,9 di agosto (consensus a 52,1).

La produzione manifatturiera dell'eurozona ha registrato una contrazione per il diciottesimo mese consecutivo, con un forte peggioramento a settembre (il ribasso più marcato del 2024). La Germania e la Francia hanno subito riduzioni significative. Inoltre, il settore terziario ha faticato a crescere nel terzo trimestre, con un'espansione marginale e la più lenta da febbraio. Il ritorno al declino in Francia (terminato effetto Olimpiadi) ha compensato l'espansione del terziario in Germania. I nuovi ordini sono diminuiti per il quarto mese consecutivo, registrando il calo più forte da gennaio, e per la prima volta in sette mesi anche i servizi hanno visto una contrazione, estendendo a 31 mesi il calo degli ordini esteri.

Prospettive di IG

Gli indici PMI hanno mostrato una situazione particolarmente delicata per le economie europee ben peggiore rispetto alle attese di mercato. I deboli dati sull’andamento dei nuovi ordini lascia credere che anche per i prossimi mesi la situazione non dovrebbe cambiare e anzi potrebbe peggiorare creando degli squilibri soprattutto sul mercato del lavoro. In Germania le perdite di posti di lavoro sono su livelli record degli ultimi 15 anni (non tenendo conto dei primi mesi pandemici).

Riteniamo che questi dati macroeconomici possano aumentare la discussione all’interno del Governing Council della BCE per promuovere misure più aggressive in politica monetaria. La diminuzione delle pressioni inflazionistiche e il peggioramento del mercato del lavoro europeo potrebbero spingere la BCE a passare da un atteggiamento di riduzione del costo del denaro “graduale” (taglio di 25 punti base dei tassi a trimestre) a una strategia ben più aggressiva e interventista (taglio 25 punti base a ottobre e eventualmente taglio di 25/50 punti base a dicembre).
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