I dati sui tempi di pagamento delle imprese spiegano perché l’invoice trading è un meccanismo virtuoso

- di: Matteo Tarroni, CEO & co-founder Workinvoice
 

La crisi di liquidità causata dal Covid è in parte rientrata, come dimostrano i dati di Cribis sulla percentuale di ritardi gravi nel pagamento delle fatture. Alcuni settori soffrono ancora ma le medie si sono riportate sui livelli pre-pandemia. Messi a confronto con i numeri delle fatture transate sul marketplace di Workinvoice, però, i numeri dicono anche altro: ovvero che le aziende che hanno ceduto i propri crediti commerciali nel nostro sistema, alla fine della crisi pandemica, hanno riscontrato ritardi gravi di dieci volte inferiori rispetto alla media generale. E i numeri sono nettamente migliori in tutti i periodi di analisi. Si tratta del segnale che l’invoice trading è un meccanismo virtuoso e capace di offrire ai fornitori una sorta di garanzia in un contesto che si svolge di norma in totale assenza di regole.

Lo stato di salute delle imprese: cosa ci dicono i tempi di pagamento

Partiamo dai dati puri. Lo Studio Pagamenti 2022 di Cribis mette in luce i cambiamenti generati dalla pandemia in termini di tempi di pagamento delle fatture – un segnale che indica lo stato di salute delle imprese e delle filiere. Per individuare questa dinamica gli analisti hanno dunque messo a confronto i dati dell’ultimo trimestre 2019 con quelli dello stesso periodo del 2021 individuando quindi, nel primo, una situazione di normalità e, nel secondo, la ripresa dai lunghi lockdown. Un altro momento topico che entra nel confronto è il primo trimestre 2021 che corrisponde al picco della crisi, quando incassi e pagamenti erano nel periodo di maggior sofferenza.

La tempesta è passata...

I risultati sono diversi: il primo è che il quarto trimestre 2021 segna effettivamente un ritorno alla normalità anche nel mondo dei pagamenti. Se infatti nell’ultimo trimestre 2019 le fatture pagate con grave ritardo (oltre i 30 giorni) in Italia ammontavano al 10,5% del totale, tra ottobre e dicembre 2021 erano l’11%. La scossa pandemica è rientrata, considerando che invece nel primo trimestre 2021, all’apice del fenomeno di carenza di liquidità, il ritardo si era acuito di circa il 25% (e le fatture pagate oltre trenta giorni dopo la scadenza erano il 13,1%).

...ma il suo effetto è molto diversificato sui settori

Il secondo risultato è che l’effetto dei lockdown e del conseguente liquidity crunch dipende strettamente dal settore di riferimento, infatti, ce ne sono alcuni che hanno sofferto e continuano a soffrire tremendamente. I più colpiti sono – non sorprendentemente - ospitalità, alberghi e ho.re.ca, che si sono mossi in controtendenza rispetto al mercato generale. Ovvero, non solo per essi il fenomeno non è rientrato ma è addirittura peggiorato. Infatti, a pandemia passata, ossia nell’ultimo trimestre 2021, le fatture pagate in grave ritardo erano, nell’ospitalità, il 45% e, nella ristorazione, il 23% in più rispetto a quelle che avevano lo stesso “difetto” pre- pandemia.

Dall’altro lato, invece, ci sono settori che hanno non solo assorbito il colpo ma hanno ridotto i tempi di incasso delle fatture. Parliamo ad esempio della GDO e dei trasporti, entrambi decisamente agevolati dal boom della logistica, uno dei settori che registra e ha registrato nel periodo Covid la più elevata crescita in assoluto in termini di fatturato.

L’invoice trading è più virtuoso

Nell’universo di Workinvoice la dinamica che si osserva è però differente. Le statistiche ci mostrano che, pre-pandemia, i ritardi gravi sulla piattaforma ammontavano all’8% (contro il 10,5% della media generale rilevata da Cribis) e post-pandemia (nell’ultimo trimestre 2021) erano dell’1,5% contro l’11% della media generale. Anche nel momento di picco della crisi, ovvero il primo trimestre 2021, i dati di Workinvoice erano comunque migliori e le fatture che avevano registrato un ritardo grave erano l’8,9% rispetto al 13,1% rilevato da Cribis.

Perché tutti i processi sono focalizzati sul pagamento del credito

I numeri però vanno letti alla luce di due dati qualitativi. Il primo riguarda la maggior dose di concretezza che hanno i dati tratti dalla piattaforma di Workinvoice, ossia numeri che appartengono a un marketplace dove specificamente si scambiano fatture contro soldi. In poche parole, il core business è esattamente quello del pagamento della fattura mentre, nel mercato generale, un fornitore certamente vuole essere pagato ma, nel rapporto con il cliente, l’essere pagato non è l’unica cosa che gli interessa né quella centrale.

Perché anche i debitori sono più attenti a onorare i propri obblighi

Il secondo dato che dobbiamo tenere in considerazione è che le aziende sulla piattaforma sono mediamente più rischiose dell’universo generale perché un cedente che usa Workinvoice lo fa poiché tipicamente accumula più ritardi di chi invece non si rivolge al sistema di invoice trading.

In conclusione il sistema è più virtuoso perché, da un lato, tutti i processi che lavorano sulla piattaforma sono indirizzati a garantire il pagamento puntuale delle fatture; e dall’altro lato perché nel momento in cui la fattura viene ceduta c’è maggior attenzione da parte di tutti gli stakeholder – compreso il debitore – a rispettare la puntualità del pagamento, privilegiando la fattura che è stata ceduta su Workinvoice per mantenere in funzione il meccanismo di finanza per i fornitori, ovvero ciò che può supportarli soprattutto in tempi di crisi.

In altre parole, la differenza tra i risultati di Cribis e quelli di Workinvoice sta principalmente nel valore aggiunto che l’invoice trading offre ai cedenti.

Lo shadow banking nelle fatture commerciali a lunga scadenza (che il marketplace annulla)

Inoltre, tempi di incasso lunghi significano che, per tutto il periodo, i fornitori fanno da banca ai loro clienti, con quello che si configura come un vero e proprio prestito a 30-60-90 giorni (a seconda della scadenza della fattura) oggettivamente non regolamentato. Si tratta, in altre parole, di una forma di shadow banking molto rischioso per il fornitore perché, non essendoci un contratto, se improvvisamente i ritardi nei pagamenti si allungano (come accaduto nel periodo della pandemia) il fornitore non ha alcuna garanzia o paracadute per rientrare in possesso della sua liquidità.

Ricondurre quindi questo meccanismo perverso a un sistema controllato qual è il marketplace cambia radicalmente i rapporti di forza e rende il mercato immediatamente virtuoso.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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