Giulio Felloni (Federmoda): costi energia insostenibili per il dettaglio moda

 
Giulio Felloni: «Urgente estendere credito d’imposta ai negozi di moda, abbigliamento, calzature, pelletterie, accessori»

A commento dei forti rincari energetici, interviene Giulio Felloni, Presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio: “L’aumento assolutamente insostenibile dei costi dell’energia colpisce veramente tutti i comparti e in modo particolare quello del settore della Moda che vede nelle prospettive future una grave difficoltà nel poter mantenere posizioni fondamentali all’interno dei centri storici ed allo stesso tempo nella necessità di tutelare centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

“Il nostro settore – prosegue Felloni – è uno snodo fondamentale della filiera del made in Italy. La forte preoccupazione arriva dei segnali non incoraggianti che provengono dai nostri fornitori con un aumento dei prezzi di circa un 15% che potrà essere difficilmente sostenibile dal consumatore finale che vedrà, tra l’altro, ulteriormente ridotta la propria capacità di spesa. Basti pensare che, così come denunciato da Confcommercio, gli aumenti della spesa annuale tra luglio 2021 e luglio 2022 sono arrivati a toccare il 122% per l’elettricità e il 154% per il gas. Una situazione che non potrà essere risolta con una serie di interventi a pioggia, ma che richiede una precisa presa di coscienza e valutazione alle forze politiche nel loro complesso”.

“Come presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio – conclude Felloni – ritengo che la strada intrapresa insieme al nostro presidente Confederale, Carlo Sangalli, sia un percorso che punta sì al dialogo ma che nel contempo sottolinea con forza la improrogabile necessità di un intervento strutturale a favore delle piccole e medie imprese che sono parte integrante ed essenziale per la salvaguardia delle città e dei centri storici. Da chi ci verrà a governare ci aspettiamo risposte adeguate, ma ora è urgente estendere ed incrementare il credito d’imposta anche alle nostre imprese del dettaglio moda che, pur non essendo classificate come energivore e gasivore, necessitano di un aiuto immediato per far fronte a costi sempre più importanti e margini sempre più rosicati ai limiti della sopravvivenza dei 191.544 punti vendita del settore moda e dei 278.964 addetti”.
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