Frodi carburanti: Assopetroli-Assoenergia e Unem bocciano l’emendamento sui depositi fiscali

 
Assopetroli-Assoenergia e Unem, le Associazioni rappresentative del settore della distribuzione carburanti, condannano nettamente l’emendamento sulla disciplina dei depositi fiscali di carburanti approvato ieri in Aula al Senato nell’ambito della conversione in legge del DL 21/2022 (cd. “Decreto Taglia Prezzi”).

Si tratta di un intervento, peraltro disorganico e irrazionale, che di fatto mina alle radici l’impianto normativo di contrasto all’illegalità costruito in questi ultimi anni dalle Istituzioni, con il fattivo supporto delle rappresentanze del settore, che ha consentito di contrastare efficacemente i fenomeni di evasione, in particolare dell’IVA, a beneficio non solo dell’Erario e degli operatori virtuosi, ma dell’intera collettività.

Tutto ciò accade nonostante l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli abbia stimato che l’attuale norma sui depositi fiscali “sottosoglia” su cui si interviene, ha prodotto risultati significativi, con un maggior gettito IVA di almeno 65 milioni di euro al mese.

La disposizione, sotto il presunto rigore di misure apparentemente incisive, quali la richiesta di una garanzia al 100% in contanti o in Titoli di Stato, introduce surrettiziamente una moratoria per far proseguire l’operatività di depositi che non rispettano le condizioni poste dal Testo Unico delle accise, vanificando gli sforzi fatti e bloccando i procedimenti di revoca o sospensione delle autorizzazioni dei depositi fiscali che non rispettano tali requisiti.

Inoltre, difficilmente il provvedimento attuativo di cui dovrà occuparsi il ministro dell’Economia e delle Finanze potrà correggere l’approccio normativo adottato, che rischia di aprire nuovamente le porte ad operatori spesso collegati alla criminalità organizzata, come emerso dalle indagini degli organi di controllo, ai danni dello Stato e dell’intera filiera di un settore strategico degli approvvigionamenti energetici.

Assopetroli-Assoenergia e Unem auspicano pertanto un ripensamento della norma, al fine di non vanificare l’impianto normativo antifrode costruito faticosamente in questi anni.
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