Focus Trasporti alla Cop26 di Glasgow. Il Mims il linea con gli obiettivi per contrastare la crisi climatica

 
Oggi il tema dei trasporti è al centro dei negoziati della COP26, la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, organizzata dal Regno Unito in collaborazione con l’Italia.

I quattro obiettivi dei negoziati che si stanno svolgendo a Glasgow sono: azzerare le emissioni a livello globale entro il 2050 e limitare l’aumento della temperatura a 1.5°C, lavorare per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali, mobilitare risorse economiche per investire in progetti volti a centrare l’obiettivo ‘emissioni zero’ e promuovere la collaborazione tra tutti i Paesi per vincere questa sfida cruciale.
In particolare, gli incontri e i negoziati di oggi si sono concentrati sulla transizione verso veicoli a zero emissioni, nonché sul lancio di iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni nei settori del trasporto aereo e del trasporto marittimo. Investire sulla decarbonizzazione dei trasporti, che in Italia rappresentano il 25% delle emissioni di gas serra [1], è infatti fondamentale per ridurre il riscaldamento globale, mitigare gli effetti della crisi climatica e accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni nette.

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, in linea con gli obiettivi europei e internazionali è impegnato nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e del Green Deal europeo con il nuovo pacchetto “Fit for 55”, che punta a ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Un Fondo ad hoc di 2 miliardi di euro è stato inserito nel disegno di legge di bilancio per favorire la transizione ecologica di tutte le modalità di trasporto.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) va in questa direzione: il 75,6% delle risorse di competenza del Ministero è infatti destinato a progetti per il contrasto alla crisi climatica. Tra questi, i maggiori investimenti sono quelli per la cosiddetta “cura del ferro”, cioè il potenziamento delle linee ferroviarie per ridurre l’uso del trasporto su gomma.  Vanno in questa direzione le nuove opere ferroviarie per l’alta velocità, il potenziamento delle reti regionali, le interconnessioni con le aree interne. Altri interventi nella direzione della sostenibilità riguardano il rinnovo del parco autobus nazionale, gli investimenti per il trasporto locale sostenibile, anche marittimo, la realizzazione di ciclovie per incentivare la mobilità dolce. Ma anche la riqualificazione urbana, l’efficientamento degli edifici pubblici, gli interventi per l’elettrificazione delle banchine nei porti (c.d. cold ironing).


In questi mesi sono anche state introdotte importanti novità nella programmazione degli investimenti per perseguire gli obiettivi della transizione ecologica. Con l’allegato Infrastrutture al Documento di Economia e Finanza è stato adottato un nuovo metodo di valutazione delle opere pubbliche che tiene conto anche del loro impatto sull’ambiente. Inoltre, le nuove linee guida per il Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica, che è alla base del processo autorizzativo per l’affidamento dei lavori del PNRR e del Piano Complementare prevedono uno studio di impatto ambientale, una relazione di sostenibilità dell’opera, una stima della impronta di CO2 e del ciclo di vita dell’opera in ottica di economia circolare. Sempre in questa ottica è stata istituita la Consulta per le politiche delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ed è al lavoro la commissione di studio sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle infrastrutture e i sistemi di trasporto, guidata dal prof. Carlo Carraro.
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