FederlegnoArredo: bene il 2021 ma caro energia e guerra minano la crescita

- di: Barbara Leone
 
Tradizione, innovazione e sostenibilità. Sono queste le caratteristiche principali della filiera legno-arredo, eccellenza indiscussa del Made in Italy in Europa e nel mondo. Un settore che ha egregiamente resistito alla pandemia, ma che adesso è nuovamente messo a dura prova dalla crisi russo-ucraina. I dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo fotografano il più che buono stato di salute del settore: +14,1% rispetto al pre-covid. Che si traduce in un incremento del fatturato alla produzione 2021 rispetto al 2019: oltre 49 miliardi di euro contro i 43 di due anni fa. Positivo anche l’export della filiera: +20,6% la variazione sul 2020 e +7,3% sul 2019. Un valore pari a oltre 18 miliardi di euro che supera, anche se di poco, i 17 del 2019, consolidando una ripresa delle esportazioni che pesano per oltre il 37% sull’intero settore. Mentre sul mercato italiano la crescita è stata del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020. 

La ripresa ha coinvolto in misura differente i vari comparti. Particolarmente positivo il Macrosistema arredamento e illuminazione, che chiude il 2021 con un +11% rispetto al 2019, per un valore complessivo di fatturato pari ad oltre 26 miliardi di euro e un saldo commerciale attivo pari a 9,3 miliardi di euro in crescita del +19,7% sul 2020 e del +9,3% sul 2019. Sul fronte del mercato italiano le vendite del Macrosistema hanno registrato un aumento del +12,8% sul 2019 e del +23,7% sul 2020. Numeri sostenuti dall’efficacia delle agevolazioni fiscali e, più in generale, dalla centralità che la casa ha assunto nella vita degli italiani durante la pandemia. Anche se, per valutare le variazioni registrate, occorre attendere i bilanci aziendali del 2021 considerando che le vendite hanno subìto, soprattutto negli ultimi mesi del 2021, un rialzo dei prezzi di listini per assorbire gli aumenti di materie prime ed energia. Effetto che si produrrà, presumibilmente, anche nel 2022. 

Per quanto riguarda le esportazioni, la crescita del Macrosistema arredamento e illuminazione è stata del +20,9% sul 2020, superando i livelli del 2019 con una variazione del +9,4%. Bene tutti i principali mercati, caratterizzati da netti incrementi dal 2020 al 2021. In pole position troviamo la Francia, che col suo +25,1% sul 2020 e + 15,5% sul 2019 si conferma la prima destinazione. Seguono gli Stati Uniti (+42,8% sul 2020 e + 33,7% sul 2019), la Germania (+15,3% sul 2020 e +13,3% sul 2019), il Regno Unito (+25,5% sul 2020 e -2,6% sul 2019), la Svizzera (+18% sul 2020 e +9,7% sul 2019) e Cina (+28,9% sul 2020 e +11,8% sul 2019). La Russia passa dal +14,9 sul 2020 al -5,9 sul 2019.

Ma il trend, proprio a causa dei venti di guerra che arrivano dalla Russia, rischia di cambiare drammaticamente nel corso del 2022. Il conflitto russo-ucraino, infatti, sta accrescendo le difficoltà di approvvigionamento delle imprese e spingendo ulteriormente al rialzo i prezzi di materie prime ed energia, arrivando fino al prodotto finale e rendendo meno competitivi i nostri prodotti e quindi le nostre aziende. Da Ucraina, Russia e Bielorussia importiamo circa il 5,3% di tronchi, pannelli e segati che valgono 468.948 metri cubi sui circa 9 milioni di metri cubi totali che arrivano in Italia da tutto il mondo. La Russia vale il 2,5%, l’Ucraina il 2,3% e la Bielorussia lo 0,5%. Il peso della Russia sull’export della filiera legno-arredo è pari a 410 milioni di euro, che nel 2019 era di 435, con una diminuzione quindi di circa 6 punti percentuali. Il Macrosistema arredamento e illuminazione, invece, vale circa 340 milioni di euro, che erano 361 nel 2019 con una diminuzione registrata anche in questo caso di circa 6 punti percentuali. Nella classifica dell’export del Macrosistema arredamento la Russia è il nono Paese, dietro a Cina, Spagna e Belgio. 

Il quadro, dunque, è preoccupante e complesso. Come si evince dalle parole di Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo: “Le nostre imprese, che nel 2021 sembravano essersi lasciate alle spalle il periodo peggiore della pandemia, ora guardano al futuro con grande incertezza e preoccupazione per un conflitto che, oltre a essere un dramma umano, rischia anche di bloccare completamente la fase di recupero dell’economia italiana e di portare con sé scenari da recessione. È sufficiente - spiega Feltrin - ascoltare il grido d’allarme di ogni imprenditore per capire quanto la situazione sia grave e che produrre sta diventando un lusso che sempre meno aziende possono permettersi. Intere catene produttive si fermano per i costi dell’energia ormai insostenibili e anche nella nostra filiera c’è chi ha già spento per un periodo i motori. Mi riferisco alle prime lavorazioni del legno su cui l’incidenza dei costi energetici è davvero pesante e questo ha già avuto ricadute sui listini dei prodotti finali e ben presto inciderà anche sulla disponibilità di materie prime. Come Federazione ci siamo attivati sia attraverso un confronto con gli associati, sia con le Istituzioni, affinché le aziende maggiormente colpite possano avere il supporto e le informazioni necessarie per affrontare questo difficile momento. Il 2021 si è chiuso in maniera sorprendentemente positiva per l’arredo e per i sistemi legati alla casa in particolare, ma il livello di incertezza geopolitica e lo stop and go sui bonus edilizi stanno creando confusione e rallentamenti di cui purtroppo registriamo già i primi segnali. Nonostante ciò, le nostre imprese sono pronte a mostrarsi al mondo al Salone di giugno, un segnale che ci infonde coraggio e fiducia e che testimonia come il nostro sia un settore dalle fondamenta sane. 

Le fiere in presenza - ricorda Feltrin -  rappresentano un fattore chiave per un’auspicata normalizzazione delle esportazioni e degli scambi commerciali che oggi devono fare i conti con un quadro internazionale improvvisamente cambiato. Le nostre aziende hanno già dimostrato durante il covid di essere flessibili e resilienti: adesso sono di nuovo chiamate a dimostrarlo, attuando in tempi stretti un cambio di rotta, verso nuovi mercati che possano rimpiazzare quello russo e quelli di sua diretta influenza. Non sarà un’operazione facile, dato che il posizionamento sui mercati non risponde mai a un approccio mordi e fuggi e la Federazione - sottolinea Feltrin - è già operativa in tal senso facendosi portavoce nelle sedi competenti delle aziende i cui fatturati sono del tutto o in gran parte compromessi a causa della guerra e che avranno bisogno di essere accompagnate nella fase di diversificazione dei mercati. Il Salone di giugno sarà, a maggior ragione, un’opportunità per i nostri imprenditori che sono certo sapranno sfruttare tutte le potenzialità della fiera del design più importante al mondo. Fare sistema fra gli attori in campo - conclude Feltrin - sarà fondamentale per difendere il valore economico e anche simbolico che il nostro settore rappresenta per il Made in Italy nel mondo”.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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