Eni già nel futuro: Descalzi, produrremo energia pulita e a basso costo

- di: Diego Minuti
 
Entro il 2030 sarà realizzato un reattore pilota per produrre energia non solo pulita, ma anche a bassissimo costo. Due caratteristiche che hanno spinto l'Eni a puntare forte sul progetto elaborato dal Commonwealth Fusion System e che ha avuto l'appoggio di prestigiose autorità accademiche e scientifiche, oltre che di importanti personaggi del settore della ricerca e della tecnologia.  A credere tantissimo nel progetto, tanto da farne diventare Eni il maggiore azionista, è l'amministratore delegato Claudio Descalzi che, nell'ambito del dibattito su fonti di approvvigionamento, cambiamento climatico e decarbonizzazione, ha voluto spiegare il suo punto di vista. E lo ha fatto (portando all'analisi dell'argomento interessanti elementi di discussione) a conclusione del suo viaggio negli Stati Uniti, culminato proprio in una visita al laboratorio dove il progetto sta prendendo corpo procedendo a ritmi serrati. Il giudizio di Descalzi, dopo essersi confrontato con gli esperti del Cfs, è lapidario: "È una vera rivoluzione", ha detto spiegando che si tratta di fusione (e non fissione), un processo che, non producendo scorie pericolose, è più pulito e più sicuro.      Un progetto che, tra l'altro, non impone un fabbisogno idrico ingente, tema molto d'attualità in materie di risparmio di risorse, avvalendosi di acqua pesante.

"Assistiamo ora - ha detto l'amministratore delegato di Eni - a rapporti di forza tra chi produce energia e chi non ce l'ha, ma potrebbero essere presto superati perché tutti i Paesi potrebbero produrre elettricità a bassissimo costo grazie al fatto che hanno a disposizione acqua pesante a volontà". Il progetto deve necessariamente rispettare una tabella di marcia, ma, ha detto ancora Descalzi, in attesa che l'impianto diventi operativo, si sta lavorando a un prototipo pilota in scala che possa essere testato entro il 2025. Affrontando il tema dell'emergenza energetica e legandolo alla guerra in Ucraina, Descalzi si è detto fortemente convinto della necessità che si imponga un tetto europeo al costo del gas. Perché, ha detto, non essendoci un problema di flussi, ma di prezzi, quello oggi pagato per il gas è alto sino a sette volte più di quello del 2019. Restando su questo argomento e pensando al prossimo inverno come ''non facile'', l'amministratore delegato di Eni ha detto che ritiene possibile affrancarsi, entro il 2025, dalla dipendenza dal gas russo. Lo ha spiegato dicendo che  "nei Paesi dove abbiamo investito, abbiamo prodotto gas e quel gas è nostro". 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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