Decreto Sostegni-ter, il grido d'allarme di imprese e banche: la stretta sui bonus edilizi potrebbe paralizzare l'economia

- di: Marco Tringali
 
I mancati correttivi alla norma del decreto Sostegni ter riguardanti il divieto di cessione multipla dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi, hanno destato sconcerto e perplessità nel mondo delle imprese, suscitando reazioni negative anche nel comparto delle grandi banche e delle grandi aziende pubbliche e private legate proprio al settore dell'edilizia. La decisione del governo di tirare dritto per la propria strada, senza apportare le attese modifiche chieste dai rappresentanti di categoria, potrebbe avere un impatto devastante tale da generare la paralisi dell'intero comparto.

Un rammarico che si è concretizzato nella veemente protesta da parte dei professionisti del settore che hanno lanciato sulla piattaforma Change.org, una petizione per chiedere l'annullamento (o la modifica) dell'articolo 28 del decreto Sostegni-ter, che in poche ore ha raccolto oltre mille firme. Non si è fatta attendere nemmeno la reazione dell'Associazione bancaria italiana (Abi) la quale, per bocca del dg Giovanni Sabatini, ha espresso il profondo “rammarico per il mancato accoglimento delle istanze provenienti dai mondi delle imprese e delle banche”. Il rischio paventato è quello che il blocco della cessione dei crediti, possa interrompere quel meccanismo virtuoso generato dai bonus edilizi sull’economia italiana negli ultimi mesi.

I vincoli stringenti introdotti dal decreto Sostegni-ter (con effetti anche retroattivi) stanno seminando il panico tra gli addetti ai lavori, creando anche una cappa comprensibile di incertezza sui contratti già stipulati. La norma contestata, infatti, rischierebbe di mettere in discussione le operazioni già fatte, generando un'enorme mole di contenziosi. Fra l'altro, in ordine agli “effetti retroattivi”, permarrebbero le perplessità su eventuali profili di incostituzionalità, poiché la norma andrebbe ad incidere su rapporti e impegni contrattuali già assunti.

Aspre critiche sono giunte anche dall’Ance (l'Associazione nazionale degli imprenditori edili), che ha evidenziato l'incongruenza del governo nell'appellare come ‘sostegni’ un decreto che di fatto rischia di affossare imprese e cittadini, così come ha ravvisato in un proprio intervento, Gabriele Buia, numero uno dell’Ance.  Il rammarico è ancora più forte ed evidente, per le resistenze da parte del governo che non ha voluto ascoltare il grido di protesta che si è sollevato da parte delle categorie produttive, ignorando le tante soluzioni alternative suggerite. Ma le perplessità non sono state espresse solo dalle parti danneggiate. Perfino il mondo della politica ha espresso legittimi dubbi sulla decisione del governo di procedere sulla via del blocco della cessione del credito, compromettendo il futuro di tante imprese e di tante famiglie. La presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Marina Nardi, si è detta stupita e delusa dal governo che si è dimostrato “sordo alle richieste che non sono solo della commissione che presiedo, ma di tante famiglie e di tante imprese italiane”.

I rischi che potrebbero bloccare l'economia del paese

Il rischio che potrebbe materializzarsi a breve potrebbe coinvolgere le banche, che ben presto potrebbero ritrovarsi saturi di crediti. Per questa ragione, gli istituti creditizi, potrebbero decidere di non concedere nuove aperture di credito, favorendo la nascita di un mercato dei crediti parallelo, che applicherebbe commissioni ben più cospicue. Non secondario anche il rischio che imprese e General Contractor, non potendo più cedere i loro crediti, possano decidere chi pagare e chi no. Una ipotesi che, se si avverasse, genererebbe una serie di fallimenti a catena con un gravissimo danno per l'economia del paese. Anche i tecnici subiranno un gravissimo pregiudizio poiché, dopo aver stipulato le polizze per asseverare bonus minori, rischierebbero di non ottenere l'atteso ritorno. Il blocco metterebbe anche a rischio i crediti vantati dai tecnici per gli studi preliminari e gli studi di fattibilità già eseguiti.

Qualora il governo non facesse marcia indietro, potrebbe palesarsi a breve uno scenario in cui il caos regnerebbe sovrano a causa della "guerra" legale che genererebbe un nutrito contenzioso tra i soggetti privati coinvolti e lo Stato. In una fase di stagnazione dell'economia in cui l'edilizia potrebbe rappresentare il volano da cui ripartire, il governo, con l'articolo 28 del Decreto Sostegni-ter, potrebbe determinare il fallimento di imprese, tecnici, general contractor e istituti di credito. Uno scenario drammatico che l'esecutivo Draghi potrebbe evitare solo con un opportuno e auspicabile dietrofront. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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