Confcommercio: consumi culturali a rilento, pesa l’incertezza. Il Governo deve intervenire

- di: Barbara Bizzarri
 
Nonostante la ritrovata normalità e l'accelerazione di quest'estate nella fruizione di eventi e spettacoli dal vivo, i consumi culturali sono ancora lontani dai livelli pre-Covid e risalgono lentamente. Sono i dati che emergono dalla seconda edizione del Forum di Impresa Cultura Italia: “Futuro è impresa culturale: mercato, prospettive e talenti”, in scena oggi e domani al Teatro dell’Opera di Roma. Tra i temi portanti, mercato dell’impresa culturale oggi in Italia e nel mondo, formazione e mercato del lavoro, nuovi modelli e nuove prospettive dell’impresa artistica e culturale nell’era post Covid; talenti artistici e manageriali. I lavori del Forum sono stati aperti dai saluti del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, del Commissario di Confcommercio Roma, Pier Andrea Chevallard e dal Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Francesco Giambrone.   L'indice realizzato da Impresa Cultura Italia-Confcommercio e Swg raggiunge nei primi 9 mesi del 2022 i 68 punti (+9 punti sul 2021 e +12 sul 2020), distante più di 30 punti dal valore di riferimento del 2019: l'indagine sui consumi culturali degli italiani dopo il Covid presentata al Forum e realizzata in collaborazione con Swg parla chiaro su quanto crisi e paure abbiano messo a repentaglio la tenuta delle attività culturali in Italia. 

Cultura componente fondamentale del terziario di mercato


Il presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana, commenta: "Dopo il Covid una nuova pandemia, innescata dal caro bollette, dalla crisi geopolitica e dalla spirale inflattiva, mette a rischio la ritrovata normalità degli italiani nella fruizione di beni e servizi culturali e la voglia di spendere in cultura. È necessario un intervento tempestivo e urgente da parte del prossimo Governo per non vanificare la ripartenza del mondo della cultura e per sostenere con misure appropriate ed efficaci la ripresa, i consumi e gli investimenti nel settore a partire dalle agevolazioni fiscali per famiglie e imprese". Si riduce il timore per il Covid ma rispetto al periodo pre-pandemia la fruizione di beni e servizi culturali è più digitale, domestica e solitaria. Dopo il crollo del 2020 in seguito ai lockdown cresce la voglia di partecipare alle attività culturali outdoor anche se la ripresa è a ritmi diversi: più rapida per concerti e spettacoli all'aperto, più lenta e altalenante per cinema e teatro; a settembre il 17% degli italiani ha acquistato biglietti per visitare mostre, musei e siti archeologici così come per andare al cinema, l'11% per concerti (con una spesa media pro capite di oltre 22 euro in più rispetto a settembre 2021), l'8% per spettacoli all'aperto e il 6% per il teatro; tuttavia l'incertezza economica legata al caro energia, alla guerra in Ucraina e all'inflazione galoppante potrebbe vanificare nei prossimi mesi la ripresa dei consumi culturali: in autunno la spesa media mensile per famiglia verosimilmente si attesterà attorno ai 46 euro, con una riduzione di oltre il 20% rispetto ai 58 euro di settembre.

Sangalli: "Nella cultura c'è lo sguardo di un Paese vivo" 


Un calo, peraltro, trasversale a tutti i beni e servizi culturali e più accentuato per concerti, cinema e teatro. Inoltre, è evidente il cambiamento nei consumi televisivi a livello generazionale: la Tv generalista resiste fra gli over 60, ma tra i giovani quasi la metà del consumo televisivo è veicolato dalle piattaforme a pagamento. A settembre si registra anche una forte crescita della fruizione televisiva attraverso piattaforme web gratuite con una crescita del 23% rispetto a settembre 2021, facilitata da un'offerta che consente di trovare sempre più spezzoni di spettacoli sui social media. Il fascino dei libri cartacei vince sul digitale (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre); in flessione la lettura di quotidiani con l’8% di lettori abituali in meno su settembre 2021, mentre il web si consolida come principale canale di accesso a contenuti giornalistici e di informazione (33% di lettori abituali a settembre, + 4% sullo stesso mese del 2021).L'offerta culturale nelle città sembra essere tornata ai livelli pre-pandemici; per oltre sette italiani su dieci le iniziative culturali sono un importante attrattore turistico e rendono le città più vive e piacevoli. Per i turisti autunnali i beni e servizi culturali che incidono di più nella scelta della meta di vacanza sono musei e siti archeologici (40%), seguiti da eventi enogastronomici (38%), festival (28%) e mostre (27%). Per due italiani su cinque l'estensione del bonus cultura e la detrazione fiscale delle spese in cultura sono le misure più efficaci per la ripresa dei consumi culturali. Un italiano su quattro indica una maggiore promozione delle attività sul territorio e agevolazioni per le politiche di investimento nel settore. 
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