Cicciolina all’Isola dei famosi: una presenza che stride
- di: Barbara Leone
“Drive In è l’unico programma per cui vale la pena avere la televisione”. Parola di Federico Fellini. Non presagì, l’immenso Maestro, tutto quello che venne dopo. E che partì proprio da lì: dalle procaci e ammiccanti fanciulle del fast food targato Antonio Ricci. Da lì in poi è stato il baratro: del buongusto, della decenza e della dignità. Della donna innanzitutto. E più in generale della ragione e della natura stessa dell’homo sapiens. E’ forse questo l’imperdonabile ed insopportabile peccato originale delle tv commerciali, alla cui pochezza e mediocrità s’è ben presto allineata mamma Rai.
In questo rovinoso declivio verso gli inferi del trash, il punto più basso e parossistico lo si è toccato con l’avvento dei reality show. Che all’inizio potevano anche avere un quid d’interessante a livello psicologico e sociologico. Ma che poi, come spesso accade, si sono involuti a dismisura sino a diventare l’emblema stesso della volgarità e della ridicolaggine. In questa scena dell’osceno furoreggiano senza un perché i personaggi più assurdi, grotteschi e sguaiati. Che nella vita normale non son capaci di mettere due parole in croce, ma che con le telecamere puntate addosso h24 fanno gli splendidi, i divi, i maestri di vita. Salvo bestemmiare tutto il calendario di frate indovino al primo intoppo. Non sono neanche catalogabili, perché se uno per esempio è sfigato un’identità almeno ce l’ha. Idem con patate per uno tonto, truce o vile che sia. Loro no. Sono il nulla cosmico, condito dalla protervia e dalla villania più istintuale e greve.
Quest’anno tra i naufraghi avremo nientepopodimenoché Cicciolina
Ora è la volta dei vipsssss. Perché oramai non v’è reality degno di tal nome senza vip. Che poi starebbe per very important person. E qui casca l’asino, nel vero senso della parola. Perché sti vippe qua non se li fila manco il gatto di casa. E così dopo l’estenuante tour de force del Grande fratello è la volta dell’Isola dei famosi, che in capa agli autori vorrebbe emulare le gloriose avventure di Robinson Crusoe. Sì, col pensiero. Quest’anno tra i naufraghi avremo nientepopodimenoché Cicciolina. Forse per par condicio con Rocco Siffredi, protagonista di qualche edizione fa dell’Isola. La carriera della signora Ilona Staller è nota a tutti, ma proprio tutti tutti. Ed a suo modo very important person lo è sicuramente stata: attivissima parlamentare ai tempi del compianto Marco Giacinto Pannella e mooolto attiva in altre apprezzabili e memorabili performance. Quelle VM18. Nulla di male, per carità. Anzi, ha reso un enorme servizio all’umanità, non c’è che dire! E proprio per questo non condividiamo la sua presenza sull’Isola, tanto più che a far da opinionista ci sarà Luxuria, che con la Cicciolina ha veramente molto poco da spartire in quanto a fama, e non solo.
Ma la sua presenza stride. Perchè accendere la tv e ritrovarsi a tutte le ore Cicciolina che a 70 anni suonati spacca il cocco bello in perizoma sulle spiagge dell’Honduras anche no, grazie. E non perché siamo antiquati, retrivi e farisei. Ma per l’esatto opposto. Perché ci teniamo al mito della Cicciolina che fu. Che ci volete fare, siamo dei romantici. E non vogliamo credere che stop, kaputt, tutto finito. Anche quel sano gusto del proibito. Di quando Cicciolina te la dovevi andare a cercare di nascosto col passamontagna, perché se ti vedeva il parroco che entravi nel sexy shop eri morto o giù di lì. Mica come adesso, che basta fare click sul telefono e ti esce l’universo mondo di femminedde, femminone e femminazze. Lei, che è sempre stata una vergine di reality e si è definita una vergine eterna (nel profondo, molto nel profondo) ora che fa? Si concede come una Lory Del Santo qualunque! E’ proprio vero: non c’è più religione.