CNA: TrendMarche, nelle imprese che resistono aumentano ricavi e investimenti

 
Il Covid, i conflitti in atto, l’inflazione, i cambiamenti climatici, l’evoluzione tecnologica, l’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni per gli artigiani e le piccole imprese marchigiane è cambiato tutto a grande velocità. Improvvisamente si sono trovati ad affrontare problemi prima sconosciuti.

“Le nostre imprese – hanno affermato il presidente di CNA Marche, Paolo Silenzi e il vicepresidente regionale Confartigianato, Paolo Longhi – hanno avuto difficoltà a trovare materie prime e lavorati, hanno subito un forte incremento del costo delle risorse energetiche e dei costi logistici, l’aumento del costo del denaro. Hanno dovuto far fronte allo sviluppo del digitale e dello smart working, al crescere dell’economia green, alla mancanza di figure professionali adeguate alle loro esigenze, ad una continua insicurezza normativa”.

TrendMarche, il rapporto semestrale sull’artigianato e sulla micro e piccola impresa, è stato presentato ad Ancona. Realizzato da CNA e Confartigianato Marche in collaborazione con Intesa Sanpaolo e con le università Politecnica delle Marche e Urbino Carlo Bo, rappresenta una fotografia puntuale e accurata per quanto riguarda l’andamento di produzione, fatturato e investimenti. È stato inoltre presentato un focus sulla competitività del sistema produttivo marchigiano di fronte ai nuovi scenari del mercato globale.

Dopo i saluti di Vincenzo De Marino, direttore commerciale Retail Emilia Romagna e Marche Intesa Sanpaolo, sono intervenuti il presidente di CNA Marche, Paolo Silenzi, e il vicepresidente regionale di Confartigianato, Paolo Longhi. I risultati di TrendMarche sono stati illustrati da Giovanni Foresti, economista del Research Department Intesa Sanpaolo, Ilario Favaretto, professore dell’università di Urbino “Carlo Bo” e Gian Luca Gregori, rettore dell’università Politecnica delle Marche. Per la Regione Marche sono intervenuti il presidente, Francesco Acquaroli, e l’assessore a Industria e Artigianato, Andrea Maria Antonini.

Le imprese marchigiane in attività tra la fine del 2022 e la fine del 2023 sono scese da 140.066 a 135.205, con la perdita di 4.861 aziende. In calo anche le imprese artigiane passate da 40.657 a 39.543 con la scomparsa di 1.114 aziende attive.

Imprese in calo, ma chi ha resistito si è rafforzato sul mercato. I ricavi delle 3.500 imprese artigiane e micro e piccole imprese del campione analizzato dall’Osservatorio congiunturale di TrendMarche, sono aumentati del 27,6 per cento. Tra i settori i ricavi nei servizi sono cresciuti del 33,5 per cento, nella manifattura del 29,9 per cento e nelle costruzioni del 16,3 per cento. Anche gli investimenti sono aumentati del 9,9 per cento. Negli ultimi due anni, malgrado un quadro economico in continuo cambiamento, il tasso di occupazione nelle Marche è aumentato del 3,2 per cento. Tra maggio e la fine di luglio sono previste 44.490 nuove assunzioni ma il 51,5 per cento è considerato di difficile reperimento.

Risparmio energetico e innovazione tecnologica sono le strade tracciate per la crescita delle imprese marchigiane. Il 41,8 per cento delle assunzioni nel 2023 ha riguardato competenze green e il 17,8 per cento competenze digitali. Anche gli investimenti green sono aumentati del 2,2 per cento arrivando al 23,9 per cento. Invece gli investimenti nel digitale, pur coprendo una quota del 61,2 per cento, sono diminuiti del 5,8 per cento.

La strada è tracciata ma è ancora lunga. Al momento quasi due imprese su tre (63,1 per cento), secondo il focus di TrendMarche non ha in organico figure professionali competenti per la transizione energetica e digitale e solo il 6,2 per cento intende assumere lavoratori specializzati in questi campi. Il 56,9 per cento intende avvalersi di collaborazioni e consulenze esterne mentre il 35,4 per cento non si doterà di figure professionali in questi campi.

Per sostenere i processi di transizione ecologica e digitale le micro e piccole imprese marchigiane chiedono più incentivi pubblici (72,3 per cento), meno burocrazia (43,1 per cento) e percorsi formativi specifici (15 per cento).

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, il 38,5 per cento degli artigiani e piccoli imprenditori marchigiani, ammette di averne una conoscenza nulla o limitata e il 52,3 per cento non è in grado di prevederne l’impatto sulla sua attività.

“I prossimi anni – hanno concluso Silenzi e Longhi – saranno decisivi ma se il sistema produttivo marchigiano delle micro e piccole imprese vuol tornare a correre nel nuovo contesto competitivo non ci sono alternative alla transizione green ed a quella digitale. Compito delle istituzioni pubbliche, delle università e della formazione regionale, degli istituti di credito e delle associazioni di categoria è quello di accompagnarle e guidarle in questo processo, aiutandole a trovare competenze e risorse adeguate alla sfida epocale che si trovano di fronte.”
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