Autostrade, “Cashback pedaggi”, Assoutenti lancia l’allarme privacy

 
Il “Cashback” di Autostrade per l’Italia finalizzato a rimborsare gli automobilisti coinvolti nei disagi autostradali potrebbe violare la privacy degli utenti e finire sul tavolo del Garante per la protezione dei dati personali. Lo afferma Assoutenti, in merito all’annunciata iniziativa di Aspi sui rimborsi dei pedaggi.

A quanto si apprende il Cashback di Autostrade avverrà tramite l’app “Free to X”, sul cui sito web è stata attivata una apposita sezione dedicata alle “Richieste di rimborso per ritardi dovuti a cantieri da lavoro lungo la rete di Autostrade per l’Italia” – spiega Assoutenti – Chi quindi intende ottenere l’indennizzo di Aspi per essere stato coinvolto in disservizi autostradali, dovrà fornire tutti i propri dati alla App in questione, informazioni sensibili anche ai fini del tracciamento degli spostamenti dei cittadini.

“Si tratta di una scelta assurda che potrebbe ledere la privacy degli automobilisti – attacca il presidente Furio Truzzi – Oggi il 62% degli utenti che utilizzano le autostrade paga i pedaggi attraverso Telepass, il 23% con carte di credito e solo il 15% in contanti. Questo significa che l’85% degli automobilisti potrebbe ottenere in modo automatico il rimborso spettante, senza presentare alcuna richiesta e senza dover cedere i propri dati sensibili a terzi”.

“Dubbi anche sulla possibilità che i rimborsi avvengano tramite bonifico, operazione che comporterebbe un costo bancario che potrebbe essere scaricato sulla collettività – prosegue Truzzi – Attendiamo ora risposte chiare da parte di Aspi e, se non saranno studiate modalità di rimborso automatiche, senza richiesta da parte degli automobilisti e rispettose della privacy degli utenti, siamo pronti a ricorrere al Garante della Privacy contro il “Cashback” di Autostrade”.

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