Storia di Walter, dal pianoforte alla produzione di pasta - Il suo messaggio: "Non darsi per vinti, siamo i migliori"

- di: Redazione
 
Davanti alla pandemia si possono tenere due atteggiamenti: accettare ed aspettare oppure reagire e trovare in sé stessi le energie per ripartire.
Facile a dirsi, potrebbe essere il commento più scontato, ma le cronache di questi lunghi, terribili mesi ci stanno proponendo molte cose negative su cui riflettere, ma anche, paradossalmente, degli spunti per essere fiduciosi.

Forse non ottimisti (sarebbe troppo definirsi così), ma certamente con una personale dote di fiducia che dia forza, che corrobori la speranza che, prima o poi, ne usciremo.
Ci sono tanti esempi di persone che hanno avuto la consapevolezza della situazione che stiamo vivendo, ma anche la rabbia per ribellarsi. Alcuni che, rivolgendosi al virus, hanno detto: ecco, io ci sono, io esisto e non mi sconfiggerai. Ma ce ne sono altri che sono andati oltre, trovando dentro di loro la forza, dicendola come il Sommo Poeta, per uscire 'a riveder le stelle'.
Tra i cacciatori di speranze che possono ormai essere delle certezze c'è Walter Confortini, un nome che a Roma, tra gli amanti,della musica dice più che qualcosa perché ha fatto parte del ristretto novero dei fuoriclasse del piano bar, che non è solo strimpellare e magari cantare, ma significa sapere intrattenere, prendere per mano il pubblico e portarlo in una dimensione che non accetta i cattivi pensieri.

Confortini, come molti altri suoi colleghi, ha pagato sulla sua pelle la crisi, che ha rarefatto i consumi e quindi le attività di svago, ritenute fonti di spese futili - quasi che dare ristoro alla propria anima sia inutile - che non si acconciano più con questo drammatico periodo.
Altri si sono fermati, non certo per loro responsabilità, limitandosi ad aspettare tempi migliori, nella speranza che tutto cambi in meglio, ma soprattutto, in fretta.
Non Walter, non "Ciuffo" (un marchio di fabbrica piuttosto che un nome d'arte), che s'è guardato intorno prendendo atto, come ha scritto, di uno shock "forte e indescrivibile", che lo ha fatto sentire come "un topo in trappola, senza via di scampo", quindi "abbattuto, impaurito ed incredulo".



È stato forse in quei momenti che è scattata la molla dalla reazione, che lo ha spinto a "guardare dentro me stesso per cercare di sfruttare le mie altre capacità e vocazioni".
In un'altra vita, quando il piano bar era la sua professione, ma anche la sua vocazione, Confortini aveva coltivato alcune passioni, legate all'alimentazione. Quindi non solo cucina, ma anche la chimica legata al cibo, accumulando esperienze (e attestati) come sommelier di vino ed olio. L'idea è venuta da sé, facendo tesoro dell'esperienza accumulata anche come componente di un gruppo, sui social media, che si occupa di pasta fresca ed impasti.

Da qui il grande salto per tradurre in una attività di sostentamento quella che prima era una passione, che occupava solo porzioni del tempo libero lasciatigli dalla musica.
Le dita sono rimaste agili come sempre, solo che ora Walter Confortini le usa nella cucina di casa sua, che ha trasformato in un laboratorio che rispetta tutte le norme in materia di salubrità degli alimenti, cominciando a produrre pasta fresca di alta qualità.
C'è voluto molto tempo e tanta sperimentazione per studiare il prodotto, e prima ancora scegliere le materie prime e tutto il necessario corollario (layout, la conservazione dei cibi, le tabelle nutrizionali, il logo), prima di arrivare a produrre pasta fresca.

Quindi il prodotto, poi la promozione, attingendo a piene mani alle possibilità data dai social che Confortini frequenta con una certa naturalezza, preceduto da quel "Pasta Ciuffo" come ha voluto chiamare la sua linea di prodotti alimentari. Anche con l'aiuto della moglie, Sabrina, che lo aiuta nelle consegne a domicilio, oggi Walter ha una attività che gli consente di sostentarsi. Fin qui, verrebbe da dire, un plauso alla sua capacità di adattarsi ad una situazione inattesa. Ma lui vuole andare oltre ripromettendosi, per quanto riguarda la sua nuova attività, di andare avanti, anzi ampliarla, "non appena possibile, senza mai abbandonare la mia prima passione: la musica".
Walter non si propone come esempio, ma ha un messaggio da volere veicolare: "Non darsi mai per vinti, cercare dentro se stessi le passioni rimaste nascoste o non coltivate. Siamo il popolo più creativo del mondo, le nostre eccellenze sono famose ovunque, possiamo vincere questa sfida grazie a noi stessi".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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