Il settore automotive si rivolge al Governo: "Serve una svolta per lo sviluppo di una mobilità sostenibile"

- di: Daniele Minuti
 
ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE, le principali organizzazioni italiane per quanto riguarda il settore automotive, si rivolgono direttamente al Governo con l'obiettivo comune di imprimere un cambiamento al mercato guidato dagli ideali di sostenibilità e rispetto per l'ambiente.

I presidenti delle tre realtà, Paolo Scudieri, Adolfo De Stefani Cosentino e Michele Crisci (nella foto), hanno tenuto una conferenza stampa congiunta discutendo assieme i dati relativi all'intero comparto da quando è iniziata la pandemia da Coronavirus: i numeri mostrano nel 2020 una "per­di­ta del 27,9% di au­to­vet­tu­re, del 15,1% di vei­co­li com­mer­cia­li, del 14,4% di vei­co­li in­du­stria­li, del 21,7% di ri­mor­chi e se­mi­ri­mor­chi e del 24,8% di au­to­bus". Dai dati esposti è evidente come gli incentivi abbiano lenito solo in parte le perdite dovute al crollo delle immatricolazioni ma il tema centrale è la svolta "green" che in tempo di emergenza sanitaria ha ricevuto una grande spinta accelerando il processo su cui da tempo lavoravano autonomamente case produttrici e altri membri del settore.

Per questo serve un cambio di passo dato che l'Italia ha il parco circolante di autovetture che si colloca fra i più vecchi dell'intero continente europeo, cosa aggravata dal ritmo ancora troppo lento di sostituzione dei macchinari che porterebbe al cambio di ogni vettura solo fra 27 anni (con una situazione anche più grave per veicoli commerciali, industriali e autobus).
Per questo motivo ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE si fanno avanti con delle proposte rivolte direttamente al Governo per creare un piano strategico in modo da affrontare la transizione ecologica in modo efficace per tutta la filiera automotive.

Il presidente di ANFIA, Paolo Scudieri, ha dichiarato: "La rivoluzione della mobilità implica una transizione produttiva che per il nostro settore necessita di investimenti in nuove tecnologie, non solo l'elettricità ma anche idrogeno, connettività, guida autonoma e digitalizzazione dei processi. Si tratta di una sfida per cui le aziende hanno bisogno del sostegno degli interventi finanziati dal Recovery Plan, in modo da attirare nuovi investitori in Italia, rafforzare gli strumenti di politica industriale, sostenere investimenti in R&I e anche quelli di riconversione produttiva, portare avanti programmi di riqualificazione delle competenze grazie a misure di incentivazione fiscale e una nuova offerta di servizi formativi. Vogliamo venga esteso il Piano Transizione 4.0, che si aiuti l'aggregazione delle PMI e le operazioni di private equity: ognuna di queste proposte deve portare a creare un piano che comprenda l'istituzione di una task force pubblico-privata in cui ministeri e organizzazioni possano collaborare".

Gli fa eco il suo omologo di FEDERAUTO,  Adol­fo De Ste­fa­ni Co­sen­ti­no: "Lo scorso anno ha portato pesanti conseguenze sulle reti dei dealer che in media hanno perso il 25% del fatturato e azzerato la redditività aziendale: i sostegni di fine anno hanno portato ad arginare le perdite ma c'è ancora strada da fare. Un passo da compiere è quello della riforma della fiscalità auto: la quo­ta del­le au­to azien­da­li sul mer­ca­to ita­lia­no è la più bas­sa (36%) se con­fron­ta­ta con Ger­ma­nia (62,9%), Re­gno Uni­to (54,2%), Fran­cia (53,1%) e Spa­gna (49,8%) e un in­ter­ven­to sul­la per­cen­tua­le di de­trai­bi­li­tà del­l’I­VA per gli ac­qui­sti ef­fet­tua­ti da azien­de e pro­fes­sio­ni­sti e sul­la so­glia di mas­si­ma de­du­ci­bi­li­tà dei co­sti, an­che in ot­ti­ca green, non può più slittare"

In ultimo sono arrivate le parole del presidente dell'UNRAE, Michele Crisci: "Da anni le case di produzione investono su progetti che riguardano la nuova mobilità sostenibile, la crisi ora ha chiamato in causa i Governi che devono fare la loro parte accelerando il raggiungimento di questo obiettivo. Serve una pianificazione politica per guidare la transizione ecologica che sia in linea con le esigenze economico-sociali del comparto automotive, per questo ribadiamo la richiesta di rifinanziare gli incentivi per le vetture nel­la fa­scia 61-135 g/km CO2 e per i vei­co­li com­mer­cia­li, e rendere strutturale fino al 2026 l'ecobonus per le per le au­to­vet­tu­re fi­no a 60 g/km CO2. Il tutto senza scordare il trasporto di merci e persone, per cui è indifferibile la crescita di risorse per il rinnovo delle flotte dei veicoli industriali e autobus, con spinta verso l'alimentazione alternativa".

Il comunicato integrale è consultabile qui.
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