Il tema della protezione...secondo gli italiani

- di: Daniele Repaci
 

Quando in Italia viene toccato da un professionista il tema della “protezione”, scatta l’inevitabile corsa al gesto scaramantico più bizzarro, associato, nella maggior parte dei casi, a esclamazioni del tipo: ”Tanto sono giovane e non ne ho bisogno, sarebbero soldi buttati!”, o ancor peggio: “Ti pare che debba succedere proprio a me? Sto tanto bene!” e “Se succede in qualche modo faremo”. Magari leggendo queste frasi vi viene in mente di quando avete anche voi risposto così al vostro assicuratore o al vostro consulente finanziario e vi scappa un sorriso, purtroppo però la questione è molto seria e allo stesso tempo molto sottovalutata dall’italiano medio.
In Italia la parola assicurazione viene di solito associata all’automobile e solo in pochissimi casi al proprio benessere e a quello dei nostri cari. Infatti la propensione degli italiani ad assicurarsi contro gli imprevisti è ancora troppo bassa, la metà rispetto a Francesi e Tedeschi.
Basti pensare ad esempio che in Nuova Zelanda il 98% delle case sono assicurate contro i terremoti, in Italia solo il 2%. Ovviamente non è solo una questione economica, perché l’italiano, benché scaramantico, è un grande risparmiatore da sempre, è solo che l’idea di acquistare polizze assicurative per proteggere la salute, la casa o gli effetti per evitare alla propria famiglia uno shock economico oltre a quello emotivo, ad esempio in caso di lutto, o semplicemente per lasciare una rendita mensile, stenta a decollare.
La verità ed il giusto focus è che assicurandoci, scegliamo di pagare un prezzo in cambio della tranquillità. Questa affermazione genera la seguente domanda: “Quanto vale la serenità dei miei cari?”.
La risposta richiede uno sforzo della nostra mente a formulare scenari negativi, di quelli che non succedono tutti i giorni a noi, ma succedono tutti i giorni a qualcuno. La stessa risposta ci deve portare a valutare quali siano le possibili conseguenze economiche e quindi, tenendo conto delle nostre disponibilità economiche, quanto siamo disposti a pagare per eliminarle o ridurle.
Il tema della protezione, visto con l’occhio giusto, è il primo tema da toccare per una corretta pianificazione finanziaria, e passare poi a pianificare degli investimenti.
Farlo è un’operazione molto delicata e altrettanto complessa, per questo è necessario affidarsi a dei professionisti ed evitare il “fai da te”. Per fare la scelta giusta bisogna conoscere i vari tipi di polizze, le loro caratteristiche, i costi e le eventuali possibilità di uscita anticipata nel caso in cui dovessimo aver bisogno di liquidità.
Le assicurazioni sanitarie ad esempio, quelle che intervengono in caso d’infortunio o malattia, diventano sempre più importanti, non solo per chi svolge un lavoro autonomo, laddove queste polizze sono fondamentali per compensare dei momenti in cui si è costretti a fermarsi e quindi a non lavorare e a non guadagnare, ma possono offrire un enorme aiuto anche a chi ha uno stipendio fisso.
I momenti in cui non si gode di buona salute, infatti, sono sempre accompagnati da costi legati alle cure, ovvero visite specialistiche, riabilitazione o eventuali interventi chirurgici. A questi si aggiungono poi i costi indiretti, se, ad esempio il costo di chi deve prendersi cura della casa o dei nostri figli.  In quel caso, una polizza può aiutarci a sostenere le spese per le cure private o a rientrare di qualche costo. Comprese le nostre esigenze di copertura quindi e valutate le possibilità di spesa, non ci resta che confrontare le offerte ed investire nei nostri bisogni secondo una scala di priorità.
Acquisire maggiore consapevolezza dei rischi che corriamo e dell’importanza di assicurarsi è nostro compito, dobbiamo imparare ad avere l’attitudine di porre alla base della pianificazione finanziaria il benessere e la serenità nostra, dei nostri cari e dei nostri beni.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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