Prèmier vision Paris P/E 2020

- di: Stefania Assogna
 

Dal 13 al 15 febbraio si è svolto nel complesso fieristico di  Paris Nord - Villepinte, Premièr Vision Paris P/E 2020, l’appuntamento francese con aziende tessili provenienti da tutto il mondo, che, dal 1973, due volte l’anno (per la P/E e per la A/I) mostrano in questo contesto espositivo, le loro creazioni, fissando con un anno di anticipo, le coordinate della moda futura partendo dai tessuti e dai colori da impiegare.
Non si tratta solo di un evento fieristico lungimirante del settore, ma un vero e proprio polo d’ispirazione, business ed esperienze che punta a un’offerta molto selettiva e trasversale sempre al passo con i tempi. Circa 55mila visitatori da ben 127 paesi, molti addetti ai lavori: stilisti, imprenditori, giornalisti, blogger e tutto il resto dell’indotto mondiale creato dall’industria tessile e della moda oltre a ben oltre 1.700 aziende espositrici, con un incremento del +1,6%.
Première Vision, è un modello fieristico sempre in continua evoluzione, che, pur continuando, di base, a fornire un’occasione d’incontro tra compratori e produttori, ha saputo adeguare servizi specifici e informazioni agli utenti del settore, attraverso nuove tecnologie e innovazioni.
Gli allestimenti e il layout della mostra, sono curati da designer di fama mondiale e creano suggestioni visive, attraverso proiezioni digitali su schermi giganti; 12 forum di moda, seminari Trend tasking oltre a una serie di conferenze tenute da esperti e di workshop, per una visione avveniristica della fashion industry, come per la sezione Wearable Lab in cui il visitatore ha potuto cogliere le novità nel fashion-tech, con start-up, materiali innovativi, tecnologie integrate.
L’offerta si completa con il Première Vision Marketplace, piattaforma digitale adottata sia dai compratori che dagli espositori del settore, come strumento complementare per migliorare lo sviluppo delle vendite e le comunicazioni.
Per quanto concerne i tessuti, la P/E 2020 di Premier Vision indirizza verso 4 grandi aree di tedenza colori e texture: PUNCHY ECO FASHION; INVIGORATING AGILITY; BENEFICIAL LIGHTNESS e JOYFULL IMPACT con il denominatore comune di soluzioni spesso vegan, mirate al confort, con fibre salutari, naturali, piacevolezza al tatto, giochi di trasparenze e stampe vivaci; il tutto realizzato attraverso processi produttivi sempre più attenti all’ecologia e all’inquinamento che i tempi richiedono e che stanno facendo tendenza quale segno di vera modernità e avanguardia industriale.
Giallo e rosso in più toni sono il must have della P/E 20. In linea generale sarà di moda il ritorno alla vivacità dei colori della natura, come inno alla vita, alla gioia di vivere all’aria aperta, in un sistema che rispetti l’ecosistema. Il trend sportivo e del benessere, i colori delle Spa e dei fiori esotici, suggeriscono che la clean life che surclasserà il mood “gotico” e piuttosto crepuscolare che ha influenzato la moda, il cinema, tra colori scuri, atmosfere notturne e amici vampiri (e di questo francamente non possiamo che esserne lieti).
Il nostro interesse per Premièr Vision Paris nasce dal fatto che il tessile è un settore molto importante per il nostro paese e che l’Italia, dopo la Francia, è al secondo posto per numero di espositori e visitatori, seguita, dalla Gran Bretagna e poi dagli altri paesi. 
Ma perché il settore tessile è così importante?
I numeri dimostrano come l’industria tessile nella UE goda tutto sommato, di ottima salute a dispetto dei venti di recessione che incombono. I maggiori produttori del settore sono i 5 Paesi con maggiore densità di popolazione a livello europeo: Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Spagna che, insieme, rappresentano circa tre quarti dell’intera produzione europea. In questo contesto il tessile italiano esporta, fa ricerca, sembra per il momento navigare in acque tranquille. I dati riportati da CRIBIS Industry Monitor, (osservatorio, specializzato in attività di ricerca e consulenza economica per imprese, associazioni e pubbliche amministrazioni a livello nazionale e internazionale) realizzato in partnership con CRIF Ratings, agenzia di rating del credito del Gruppo CRIF, e Nomisma, che di seguito citiamo, tracciano una fotografia delle imprese italiane del sistema moda molto accattivante e in crescita alla fine del 2018.
L’intero sistema moda conta circa 82mila imprese attive, di cui 20.559 in ambito Pelletteria (25%), 45.882 Abbigliamento (56%) e 15.493 imprese in ambito Tessile (19%). Con circa 500mila occupati (+0,3% rispetto al 2016). L’industria della moda è il secondo settore manifatturiero in Italia dopo le attività metallurgiche, ed è pilastro dell’economia nazionale con oltre 78 miliardi di euro di fatturato, di cui circa 51 miliardi in export e rappresentando il 4% del PIL. Il settore specifico della produzione tessile svolge un ruolo primario per l’intera filiera: il comparto, infatti, incide per il 26,7% sul valore della produzione moda, per il 27% sul fatturato totale e per circa il 20% sull’export tessile-abbigliamento complessivo.
Le imprese attive nel settore tessile sono circa 15.500, concentrate prevalentemente nelle aree del Centro e del Nord Est, in particolare in Lombardia e Toscana, dove sono sviluppati importanti distretti industriali. La nascita dei poli tessili, o distretti tessili, è stata la svolta del settore, a partire dal 2009 rompendo quella diffidenza per cui un tempo il fattore aggregativo era improbabile se non addirittura impossibile. Oggi in Italia si contano poli di grande prestigio sorti nelle principali zone industriali di produzione: Prato, Biella, Como, etc… l’unione di queste importanti realtà industriali crea forza e fiducia negli investitori, una politica industriale chiara e quanto più possibile unitaria, che facilita la comunicazione, interessa sempre di più compratori, investitori, e coinvolge sempre più l’alta finanza a vari livelli.
Guardando al commercio con l’estero, l’Italia rappresenta un esportatore netto di prodotti tessili con un export che nel 2017 è stato pari a oltre 10 miliardi di euro e un valore delle importazioni di circa 6,9 miliardi di euro.
Nell’ultimo decennio le esportazioni dell’Italia sono aumentate del 3,3% e la bilancia commerciale si è mantenuta sempre in positivo. Anche nei primi sei mesi del 2018 l’export tessile italiano ha proseguito la propria crescita, registrando una variazione dell’1,2% delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un calo dell’import (-3,2% a confronto il 2017).
Anche se, nel corso degli anni, l’industria tessile italiana è stata coinvolta in una progressiva crisi globale, riesce comunque a mantenere un ruolo di leadership nel settore a livello europeo per la tradizione produttiva e lalta specializzazione lungo tutta la filiera, restando la più è e resta la più performante d’Europa. Un settore di grande pregio, di antica tradizione e con una evoluzione nel tempo di cui essere molto orgogliosi.

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