Nasce un partito di ispirazione cristiana contro la crisi del Paese

- di: Giancarlo Infante
 
Il Paese ha bisogno di un’autentica trasformazione che, partendo da quella del mondo della politica e delle istituzioni, dalla formazione delle giovani generazioni, da un’autentica apertura verso l’innovazione e la digitalizzazione, rigeneri completamente l’Italia, scivolata verso il basso in tutte le classifiche mondiali su temi che contano.
Non basta più un generico richiamo al riformismo.

Questo ha caratterizzato una lunga stagione, ma rimanendo spesso su di un piano di enunciazione senza che fossero veramente toccati quei punti critici che tutti constatiamo per una tensione civile sempre più allentata, per un malfunzionamento diffuso della struttura pubblica, per la perdita di prossimità da parte delle amministrazioni locali, per una Scuola che non risponde alla necessità di sostenere quei processi educativi oggi più che mai indispensabili in una società moderna.
Questa è la sostanza delle motivazioni che stanno portando alla nascita di un nuovo partito d’ispirazione cristiana.

Il partito si presenta con una forte impronta laica, ma non laicista, aperto a credenti e non credenti. Intende essere autonomo perché alternativo all’intero sistema politico e, quindi, alternativo al centrosinistra e al centrodestra, così come a quel cosiddetto “populismo” da cui non sembrano in grado di liberarsi i 5 Stelle.
Gli ispiratori di questa nuova formazione politica si pongono certamente il problema che la politica richiede il confronto con gli altri e la possibilità che si ragioni in termini di alleanze.
Questo però non significa che la logica dello schieramento debba essere anteposta alla necessità di definire prima i propri riferimenti ideali e, sulla base di questi, presentare al Paese un insieme articolato di proposte per rispondere ai problemi concreti che si continua a non risolvere.

Il partito si pone in continuità con la tradizione popolare e democratica cristiana, la quale richiede la necessità di un confronto con il mutare dei tempi e con le trasformazioni sociali economiche e culturali, persino antropologiche, intervenute nell’Italia contemporanea. Seguendo le semplificazioni del linguaggio corrente, si caratterizza come formazione che può essere definita di “centro”.
In realtà, la sua ambizione è quella di diventare un “baricentro” di un sistema politico che, dopo i due decenni e mezzo di bipolarismo, non ha assicurato né la governabilità, né la rappresentatività. L’astensionismo che interessa oramai, con continuità, il 50 % del corpo elettorale, sta concretamente a dimostrare la frattura esistente tra il mondo politico e istituzionale e la gente.

In quest’alta percentuale, che forma quello che si potrebbe definire il partito più grande d’Italia, si trovano parti importanti della società civile. Molte di queste sono collegate a quei filoni di pensiero politico che hanno animato la cosiddetta Prima repubblica: quello socialista, quello liberale, quello repubblicano e quello cattolico democratico. Esiste, dunque, un problema della rappresentanza di un mondo messo da parte dalla contrapposizione aprioristica e pregiudiziale che ha segnato gli ultimi 25 anni.

Un bipolarismo che già da tempo mostra grandi crepe visto che sicuramente il successo dei 5 Stelle ha segnato un voto alternativo al complessivo sistema degli altri partiti. Ma anche le diversità emerse all’interno del centrodestra, che su tante questioni appare più un blocco elettorale, piuttosto che una coalizione politicamente ben strutturata, per non parlare poi delle difficoltà sempre più evidenti in cui si dibatte il Pd e l’intera sinistra, stanno a segnalare l’emergere di una condizione nuova che rende il Paese ancora più ingovernabile.

Il referendum recentemente tenuto sulla riduzione del numero dei parlamentari ha reso ancora più urgente un ripensamento del funzionamento del Parlamento e l’opportunità che si vada al più presto verso la definizione di una legge elettorale con l’obiettivo di dare un’adeguata rappresentanza a quelle idealità e interessi presenti nel corpo sociale e che, finora, sono rimasti ai margini del processi di partecipazione e decisionale, quando non addirittura repressi.

Questo nuovo partito dunque, non nasce perché esiste una “questione cattolica”, com’era presente ai tempi di Sturzo, o perché un contesto internazionale rende ancora più acuta e stringente la battaglia per la difesa della libertà e della democrazia, come fu ai tempi di De Gasperi.
Sono le condizioni del Paese e dell’Europa a sollecitare la ripresa di un’iniziativa politica che si riferisce alla Costituzione e al Pensiero sociale della Chiesa, entrambe animate da quei principi di solidarietà, sussidiarietà, difesa della dignità della persona e ricerca della Giustizia sociale che da tempo sembrano scomparse.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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