Salute: smart working e problemi di postura

- di: dott. Alessandro Moccia
 
La prima parte del 2020, per effetto di questa pandemia estesasi molto rapidamente in tutto il mondo, ha visto cambiare in modo impetuoso e drastico tutta una serie di abitudini sociali, lavorative, familiari e sportive di milioni di persone.

Ci siamo ritrovati in realtà casalinghe, nelle quali abbiamo dovuto ricostruire tutto il nostro mondo. Smart job, Smart Working, lavoro remotizzato… insomma, per moltissime persone la realtà lavorativa è diventata una gabbia dorata all’interno delle mura domestiche: conference call, riunioni, videochiamate, migliaia di mail a cui dover dar esito immediatamente, reperibilità h24. Con la scusa dello stare a casa non si sono rispettati più gli orari canonici d’ufficio e, senza accorgersene, si sono allungate le giornate lavorative di molto.

Tutto ciò che effetto ha generato e sta continuando a generare sulla maggior parte di questi lavoratori, che hanno trasformato le loro cucine e i loro soggiorni in uffici improvvisati? Quanto ha inciso questa ipomobilità sulla postura? Non uscendo più di casa, si è sviluppata una maggiore sedentarietà. Il solo doversi recare sul posto di lavoro metteva in movimento tutta la nostra struttura ed il metabolismo ne beneficiava.

Invece, lo smart working ha creato una simbiosi tra il lavoratore e la casa, rendendolo prigioniero nel suo stesso appartamento. Improvvisare un ufficio, che ha un arredamento mirato e a norma, con scrivanie e poltrone adatte ad una seduta di minimo otto ore, all’interno di un’abitazione con sedie e tavoli non proprio ergonomici, ha portato una serie di problematiche posturali, sulle quali noi fisioterapisti stiamo intervenendo da qualche settimana a questa parte.

Ma nello specifico cosa si intende per danno posturale causato dall’effetto “smart working”? Per prima cosa si è andati incontro a principi di atrofia muscolare, ovvero la riduzione del volume dei muscoli che diventano più piccoli e meno forti; si stima che una sedentarietà prolungata nel tempo sviluppi una perdita di massa muscolare pari al 2% ogni 7 giorni. Inoltre , se le articolazioni non vengono sufficientemente mobilizzate si rischia di creare compressioni al sistema nervoso periferico: lombalgia, lombosciatalgia, dolori cervicali e disturbi irradiati verso gli arti superiori sono tra le varie patologie a cui si va incontro a causa del lavoro remotizzato da casa.


Ecco alcuni accorgimenti che possono migliorare tali sintomi:
- Alzarsi dalla sedia ogni 45 minuti per eseguire piccoli esercizi di mobilità e stretching per la colonna vertebrale e per gli arti inferiori e superiori;
- Posizionare il computer affinché si trovi alla stessa altezza degli occhi per evitare compressioni a livello cervicale;
- E’ consigliabile fare attività motoria all’aperto (walking, jogging, bike etc.) per almeno 30 minuti al giorno;
- Utilizzare una sedia ergonomica e se ciò non fosse possibile si consiglia di mettere un cuscino tra la schiena e la sedia stessa.

I dolori di schiena da smart job potrebbero essere provocati anche da tensioni emotive, fattori di stress e mancanza di sfogo. A tal proposito potrebbe tornare utile eseguire facili esercizi di respirazione, favorendo una stimolazione del diaframma e la riduzione della produzione di cortisolo e adrenalina (ormoni prodotti dal nostro sistema endocrino in situazioni di ansia). In conclusione, possiamo affermare che avremo pur eliminato alcuni fattori dannosi per la salute come il traffico, la sveglia all’alba ed il pendolarismo, ma abbiamo sviluppato una serie di problematiche fisiologiche e psicologiche che hanno inficiato negativamente sul cambiamento delle nostre abitudini lavorative.
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