L'acqua per l'Italia, da essa dipende un quinto del PIL: una filiera da oltre 287 miliardi di Valore Aggiunto

- di: Benedetta Brioschi
 
L’acqua è una risorsa chiave per la competitività e la sostenibilità del Paese ed è fondamentale ricordarlo, soprattutto nella situazione di grave difficoltà che stiamo attraversando legata all’emergenza Covid-19.

L’acqua attiva una filiera lunga, che coinvolge quasi 2 milioni di imprese, dall’agricoltura ai soggetti gestori, dai fornitori di macchinari e impianti per la spillatura e il filtraggio dell’acqua ai provider di tecnologia e software. L’Osservatorio della Community Valore Acqua per l’Italia, fondata da The European House – Ambrosetti insieme ad altri importanti partner della filiera dell’acqua (Celli Group, Acquedotto Pugliese, Gruppo CAP, MM, SMAT, ANBI – Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, Schneider Electric, SOTECO, RDR e Consorzio Idrico Terra di Lavoro), ha ricostruito per la prima volta il valore di questa filiera, stimando che senza la risorsa acqua il 17,4% del PIL italiano non potrebbe essere generato.

Gli oltre 287 miliardi di Euro di Valore Aggiunto della filiera estesa dell’acqua equivalgono al Prodotto Interno Lordo di rilevanti economie europee, quali l’Irlanda e la Danimarca. È una filiera che ha dimostrato grande vitalità negli ultimi anni, rientrando nel top 10% di tutti i settori industriali italiani per crescita del fatturato, del Valore Aggiunto e degli occupati nel periodo 2013-2017.

Sebbene il nostro Paese possa contare su una base agricola, industriale e tecnologica molto rilevante, le analisi dell’Osservatorio della Community Valore Acqua mettono in evidenza che la gestione della risorsa acqua ha molte ombre in Italia. Siamo un Paese ad alta vulnerabilità climatica (al penultimo posto in Europa prima della Romania) e abbiamo una rete infrastrutturale obsoleta (60% delle infrastrutture idriche italiane ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni), che disperde quasi la metà dell’acqua (47,9%, 25 punti percentuali al di sopra della media europea).
Questo è dovuto ad un livello di investimenti inadeguato. Nonostante i segnali positivi derivanti dall’introduzione del nuovo metodo tariffario basato sul principio del full cost recovery, l’Italia rimane in fondo alla classifica europea per investimenti nel settore idrico, con 40 Euro per abitante all’anno (60 Euro in meno per abitante rispetto alla media europea). Secondo le nostre stime, sarebbero necessari 3,6 miliardi di Euro addizionali all’anno per allinearsi alla media europea e 12,2 miliardi di Euro all’anno per allinearsi alla media dei tre best performer europei (Slovenia, Svizzera e Norvegia).

Non solo. Siamo il Paese più idrovoro di Europa, con 160 m3 di acqua prelevata per uso potabile per ogni abitante all’anno (il doppio della media europea, due volte la Francia e quasi tre volte la Germania) e 188 litri pro capite annui di acqua minerale in bottiglia, che posizionano l’Italia 1° Paese al mondo.
Ci sono però alcune buone notizie. L’Italia può contare su una buona qualità dell’acqua (82% di acqua potabile proviene da fonti sotterranee, che richiedono minori processi di trattamento per la potabilizzazione perché naturalmente protette, 21 punti percentuali sopra la media europea), su modelli di produzione agricola sostenibili (15% del terreno agricolo è dedicato all’agricoltura biologica, 4° Paese sui 28 Paesi europei) e servizi idrici di qualità (88% delle acque reflue domestiche è gestito in modo sicuro, rispetto ad una media europea dell’80%).
Il Paese ha inoltre una dotazione tecnologica e competenze all’avanguardia: oltre due terzi degli impianti di depurazione in Italia hanno un livello di tecnologia avanzata (rispetto al 40% della media europea) e ci posizioniamo al 5° posto in Europa per richieste di brevetto per tecnologie applicate ai sistemi di filtraggio, smaltimento e purificazione delle acque (64 in totale, rispetto ad una media europea di 36).

La risorsa acqua dà un contributo fondamentale per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 e del Green New Deal europeo, con un impatto su 10 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e su 53 dei rispettivi 90 target. Per ognuno dei 10 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile impattati dalla risorsa acqua, l’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia ha costruito un indice di posizionamento del Paese a confronto con gli altri Paesi dell’Unione Europea (UE27+UK): nel 50% degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile considerati, l’Italia si posiziona nella seconda metà della classifica europea. È necessario accelerare la transizione verso modelli di gestione delle acque efficienti e sostenibili: l’Italia è al 21° posto su 28 Paesi europei nell’indice composito elaborato “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile”, con un punteggio di 4,91 su una scala da 1 (valore minimo) a 10 (valore massimo).

Affrontare i temi della conservazione e della difesa della risorsa idrica, nonché del suo corretto utilizzo e della sua valorizzazione e dello sviluppo della filiera estesa dell’acqua, significa ragionare sullo sviluppo sostenibile e sulla competitività dell’intero sistema-Paese. La Community Valore Acqua per l’Italia propone di varare una strategia nazionale per la gestione efficiente e sostenibile della risorsa acqua e l’utilizzo responsabile, basata su un decalogo di azioni concrete, a partire da una chiara Visione di sviluppo del Paese.

La Visione della Community Valore Acqua per l’Italia
- Affermare l’Italia come un paese sostenibile, a partire dalla gestione efficiente della risorsa acqua, capace di attrarre investimenti e innovazioni tecnologiche lungo la filiera estesa, con una autorevole influenza a livello europeo e che faccia della gestione sostenibile della risorsa acqua un asset competitivo e di sviluppo.
- Passare dal 21o posto nell’Indice “Valore Acqua per lo Sviluppo Sostenibile” al 19° posto nei prossimi 2 anni (entro il 2022), al 15° posto nei prossimi 5 anni (entro il 2025) e al 10° posto entro i prossimi 10 anni (entro il 2030).
La strada indicata dai Paesi più avanzati e moderni emersa dall’analisi dei benchmark internazionali della Community Valore Acqua per l’Italia è chiara, ora occorre solo percorrerla.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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