Ecco la lista dei ministri di Draghi: un Governo, due presidenti

- di: Diego Minuti
 
Governo forte doveva essere e Governo forte è.
Mario Draghi ha formato l'esecutivo che dovrà portare l'Italia fuori dalla crisi e per questo il presidente del Consiglio ha voluto circondarsi di eccellenze nel settore dell'economia, di personalità del mondo del diritto, di manager di primissimo livello, nelle cui mani mettere il futuro immediato del Paese. Quindi una risposta a chi si chiedeva se l'unanimismo di cui si è trovato oggetto dal momento del conferimento dell'incarico richiedesse una strategia che lo mettesse al riparo da critiche, da qualunque parte potessero arrivare.

Rapporti con il Parlamento - Federico D'Incà 

Innovazione tecnologica - Vittorio Colao

Pubblica amministrazione - Renato Brunetta

Affari regionali - Maria Stella Gelmini

Sud e la coesione territoriale - Mara Carfagna

Pari opportunità - Elena Bonetti 

Disabilità - Erika Stefani

Politiche giovanili - Fabiana Dadone

Turismo - Massimo Graravaglia

Esteri - Luigi Di Maio

Interno - Luciana Lamorgese

Giustizia - Marta Cartabia

Economia - Daniele Franco

Difesa - Lorenzo Guerini

Sviluppo economico - Giancarlo Giorgetti

Agricoltura - Stefano Patuanelli

Transizione ecologica - Roberto Cingolani

Infrastrutture - Enrico Giovannini

Lavoro - Andrea Orlando al 

Istuzione - Patrizio Bianchi

Università - Cristina Messa

Cultura - Dario Franceschini

Salute - Roberto Speranza

Giustizia - Marta Cartabia

Il nuovo Governo sembra quindi rispondere alle esigenze che il presidente Sergio Mattarella aveva sottolineato subito dopo le dimissioni presentate da Giuseppe Conte e, quindi, alla vigilia del conferimento del mandato a Draghi.
Che ha marciato con i suoi ritmi, licenziando alla fine una lista su cui qualcuno (probabilmente più d'uno) arriccerà il naso perché tra i nomi che la compongono ce ne sono di inattesi, perché proprio a loro non ci si pensava o perché si dava per scontato che non fossero riconfermati.
Il presidente incaricato si è trovato davanti all'esigenza di contemperare le due anime reali del Governo, che non poteva essere composto di soli tecnici, per evitare che la politica si sentisse bocciata ben più del giudizio degli italiani, ma nemmeno poteva avere una presenza ingombrante di esponenti dei partiti.

Il risultato è quello di un esecutivo in cui le mani sulla culla, per parafrasare il titolo di un film, saranno di "esterni" mentre ai politici toccherà il compito di raccordarsi con i partiti, che restano fondamentali nel nostro sistema parlamentare. Per strano che possa apparire, la vera novità dell'esecutivo sono le conferme perché, nel momento della chiusura delle porte del conclave, non è che Di Maio, Franceschini, Lamorgese, Guerini e Speranza fossero sicuri di non dovere fare gli scatoloni e lasciare i loro uffici. E forse solo tra qualche tempo si potrà sapere se nella loro conferma c'è stata l'impronta del presidente Mattarella, che forse non ha voluto che la "punizione" della classe politica nostrana fosse dura, con il rischio di risultare insanabile.

Ora è il momento di rimboccarsi le maniche e vedere se, come tutto lascia pensare nel giro di poche settimane la mano di Mario Draghi si vedrà nel lavoro del nuovo esecutivo. Da un punto di vista politico, il nuovo premier è blindato, come emerge dalla composizione del gabinetto e come forse risulterà ancora più evidente dalla lista dei sottosegretari, in cui chi ha tanto sperato e s'è visto escluso tornerà a sorridere leggendone la composizione.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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