Bruxelles: dopo la paura e la rabbia, è il momento delle polemiche

- di: Redazione
 
Il Belgio, dopo il dolore per le due vittime dell'attentato di Bruxelles e la rabbia per come l'assassino, Abdesalem Lassoued, girasse indisturbato nonostante fosse da anni irregolare, affronta ora il momento delle polemiche. Il primo ministro, Alexander De Croo, ha infatti chiesto ai servizi di sicurezza belga risposte precise ad alcune domande, come quella su come mai all'assassino non sia mai stato notificato il provvedimento di espulsione dal territorio. De Croo ha posto questa domanda, insieme ad altre, prima che il Consiglio di Sicurezza Nazionale si riunisse per analizzare l'accaduto.

Bruxelles: dopo la paura e la rabbia, è il momento delle polemiche

E' quindi arrivato il momento delle polemiche, inevitabili visto come siano maturate le circostanze che hanno consentito al terrorista tunisino di muoversi liberamente nonostante il fatto che la sua radicalizzazione fosse nota alle autorità di polizia. In discussione sono stati messi il ruolo del segretario di Stato per la migrazione, Nicole de Moor, cristiano-democratica fiamminga, e del suo predecessore Sammy Mahdi.
Tanto che Bernard Clerfayt, ministro regionale degli enti locali di Bruxelles ed ex sindaco di Schaerbeek (la cittadina dove Lassoued è stato intercettato e ucciso, dopo una sparatoria con gli agenti), ha chiesto le dimissioni della signora de Moor per quello che considera il fallimento dell'Ufficio Stranieri, che è sotto la supervisione del Segretario di Stato. Clerfayt ha criticato questa struttura per non aver cercato di sapere dove si trovasse Abdesalem Lassoued quando avrebbe dovuto ricevere un ordine di espulsione. E non sarebbe stato oggetto di alcun monitoraggio, anche se poteva essere definito pericoloso.

Nel rimpallo di responsabilità, Nicole de Moor attribuisce la colpa al Comune di Schaerbeek, che ha cancellato il tunisino dai suoi registri nel febbraio 2021. L'assassino, di nazionalità tunisina, aveva 45 anni e da tempo risiedeva irregolarmente in Belgio dove era arrivato dalla Svezia, dopo essere sbarcato a Lampedusa una decina di anni fa. In un video, postato prima dell'attentato costato la vita a due turisti svedesi, l'uomo aveva detto di essere pronto a ''sacrificarsi'' per il Corano.

Il ministro della Giustizia Vincent Van Quickenborne ha reso noto che, nel luglio 2016, ''un servizio di polizia straniero ha trasmesso informazioni non confermate secondo le quali l'uomo aveva un profilo radicalizzato e voleva partire per una zona di conflitto per la jihad''. Il ministro ha sottolineato che all'epoca, poco dopo gli attentati del 22 marzo 2016 che provocarono 35 morti all'aeroporto di Zaventem e nella metropolitana di Bruxelles , "questo tipo di informazioni e notifiche erano numerosissime''. Le indagini furono quindi soprattutto una verifica, senza che ad esse seguisse alcuna azione da parte delle autorità.
"Per quanto ne sapevano i nostri servizi - ha detto Van Quickenborne - , non c'erano informazioni concrete sulla radicalizzazione; motivo per cui questa persona non figurava nell'elenco dell'OCAM (l' organismo di coordinamento per l'analisi delle minacce, ndr)'' in cui ci sono le persone sospettate di estremismo.

Secondo Nicole de Moor, segretaria di Stato per l’asilo e la migrazione, Abdesalem Lassoued aveva avviato una procedura di asilo in Belgio nel novembre 2019, bocciata nell’ottobre 2020. Dal momento che l'uomo era stato ''cancellato dal registro nazionale'' dalle autorità locali il 12 febbraio 2021, non è stato possibile localizzarlo per il ritorno nel suo paese di origine. "Per questo motivo, l'ordine di lasciare il territorio stabilito nel marzo 2021 non è mai stato emesso ", ha detto de Moor.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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