Tiziano Ferro: sere nere e stonate

- di: Barbara Leone
 
Eravamo abituati a vederlo presentare sui social i suoi amatissimi cani, rigorosamente anziani, acciaccati e malaticci. Quelli, insomma, che non vuole nessuno. Per lungo tempo Tiziano Ferro ha fatto delle adozioni del cuore la sua missione, tanto da diventare il testimonial di molte iniziative legate al mondo degli animali, da quelle della Lav a quelle del Ministero della Salute. Un animo nobile, il suo, supportato da una sensibilità non comune nei confronti degli ultimi. 

Sorprende un po’, dunque, l’ultima news che arriva dritta dritta dalla sua pagina Instagram: sono diventato papà. Questa volta, però, non è un figlio peloso ma un bambino a due zampe gnegne. Anzi, due. Due meravigliosissimi, angelicissimi, coccolosissimi criaturi di pochi mesi arrivati da non si sa bene quale cicogna (adozione? Utero in affitto? Non si sa!). Il tutto corredato dalla foto di rito in bianco e nero della famigliuola felice. Social, media e fan in estasi, manco fosse nato il bambinello Gesù. Sia chiaro: non stiamo qui a discutere se sia lecito o meno per una coppia gay avere dei figli. Anzi, siamo certi che questi due pargoli saranno amati e curati forse anche più di altri figli che vivono nelle famiglie comuni. Però sta proprio qui il punto: per le coppie comuni, etero o gay che siano, adottare un figlio, o coronare in altro modo il proprio sogno di genitorialità, è a dir poco un’impresa titanica.

Per le coppie comuni, etero o gay che siano, adottare un figlio, è a dir poco un’impresa titanica

Che passa per anni e anni di attese, valanghe di documenti, idoneità accertate da psicologi, assistenti sociali, giudici, tribunali e chi più ne ha più ne metta. E poi la mediazione degli enti terzi, con costi elevatissimi, la permanenza nei Paesi d’origine... Una trafila estenuante, deprimente e vergognosa, con costi e tempi insostenibili che sfinirebbero anche un elefante. E che molto spesso finisce per far rinunciare al sogno di dare amore a chi amore non ha. Idem per le procreazioni medicalmente assistite, soggette a rigidissimi protocolli e ad un iter complesso, ostico e molto spesso doloroso. 

I paletti, poi, sono insensati e crudeli: devi avere l’anello al dito, un conto in banca ciccioso, un lavoro sicuro e se sei single ciaone proprio. Tutto questo per un atto d’amore. Un atto d’amore che costa tanti ma tanti soldi. Poi però, puntuale come le cambiali, arriva il personaggio famoso di turno che se si chiamasse signor Rossi professione impiegato non avrebbe nessunissima chance di conquistare quell’amore. Ma lui è lui. E se ne sta lì, tra gli strombazzamenti zuccherosi dei media in giubilo, a esibire l’anelato bebè come si fa con un trofeo. Salvo poi, come nel caso del buon Tiziano, disabilitare i commenti dai social onde evitare commenti diversi dagli occhi a cuoricino e auguriiiiii papà. 

Auguri siano, per carità. Anche perché i due babbi ne avranno bisogno, visto che dall’oggi al domani si ritrovano non con uno, ma con due neonati a cui badare. Un tour sì… ma de force! Qui non è una questione di merito, ma di metodo. E di buon gusto. Perché un’operazione del genere, esaltata ai limiti del diabete da tutti i media, reca in sè l’amaro retrogusto della discriminazione nei confronti di chi in tasca ha solo amore, ma non abbastanza danaro per meritarselo. Forse, ma forse, poteva semplicemente tenere quest’incontenibile felicità per sé (e per la sua metà) senza proclami e mezze verità. Forse, ma forse, poteva adottare un ragazzino grandicello e problematico come ce ne sono tanti nelle case famiglia, invece del cucciolo (anzi due) coccoloso, perfetto e con tanto di pedigree. Sarebbe stato più in linea con la sue immensa, ed indiscussa, sensibilità. Così è, come dire… una nota stonata in quella magica e armoniosa sinfonia che si chiama amore. Per il resto va tutto bene, ma non benissimo. Auguri comunque a Tiziano and family. E buone sere nere, di pappette, pannolini e biberon. Ovviamente rosso relativo!
Foto:.instagram.com/tizianoferro/
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