Oscar 2022: non ci resta che piangere

- di: Barbara Leone
 
L’Italia torna dagli Oscar 2022 a mani vuote. Niente statuetta a Paolo Sorrentino, candidato per il miglior film internazionale con “E’ stata la mano di Dio”, che è stato battuto dal giapponese “Drive my car” di Ryûsuke Hamaguchi. E a bocca asciutta restano anche Massimo Cantini, in lizza per i migliori costumi di “Cyrano”, ed Enrico Casarosa, che era in gara per il film d’animazione “Luca”. Zero zero carbonella, insomma. Del resto era abbastanza prevedibile. Il cinema italiano è in sofferenza da quel dì. Ed anzi, resta un mistero l’Oscar conquistato anni fa proprio da Sorrentino per “La grande bellezza”. Una pellicola, de gustibus non est sputazzellam diceva il grande (lui sì) Totò, di rara bruttezza.

La verità è che il cinema italiano se non è morto sta lì lì per

Lì sullo sfondo c’era la Capitale: trash, cafonal, apatica e malata. A sto giro la mano di Sorrentino s’è malamente posata sulla Napoli di Maradona, in un affresco pieno zeppo di stereotipi, luoghi comuni, imprecisioni ed autocompiacimento. Perché lui è così: si loda e s’imbroda, con la benedizione della critica radical chic che lo osanna. Tolta la scena del balletto e la magnificenza di Luisa Ranieri, questa pellicola è un sonno profondo. Nel vero senso della parola. Come del resto l’altra, che pure fungeva da perfetto sonnifero. Ma forse siamo noi rosiconi a non capirci un fico secco di cinema, visto che tutti hanno gridato al miracolo, al capolavoro, al novello Tarkovskij incompreso. Ma tant’è, no statuetta no party. Alla faccia dei saputelli. La verità è che il cinema italiano se non è morto sta lì lì per. Sicuramente troppo spesso si vanno a supportare, film e registi che non meritano e che vengono sopravvalutati solo perché fa figo e fanno parte della cricca giusta. A scapito di progetti interessanti e validi che pure ci stanno in giro, ma bisogna andarseli a cercare col lanternino. Per gli spettatori però è troppo faticoso, preferiscono farsi imboccare dalla critica o dalla prima cosa che gli capita davanti, bella o brutta che sia. Ovviamente è una situazione che rispecchia alla perfezione la caduta libera dell’intero Paese, culturalmente imbarbarito ed intellettualmente anchilosato. Poi certo, il cinema italiano non è mai stato Hollywood anche per questioni economiche e di potere dello star system. Ma nel passato abbiamo fatto scuola e alla grande: col Neorealismo, con Antonioni, Sergio Leone, Visconti, Rossellini, De Sica, Monicelli, Fellini… Ecco, Sorrentino se ne deve fa una ragione: non è Fellini, e non è manco Troisi. Anche se si dimena fino al ridicolo per scimmiottarli. Loro erano erano, e sono tutt’ora, icone mondiali. Poi il nulla, o poco più. Perché mancano le scuole serie, manca la scrittura di uno come Zavattini, Germi o Suso Cecchi d’Amico. 

La peggiore delle serie americane è un capolavoro rispetto alla migliore fiction italiana

Infondo basta guardare le serie tv per capire che è la morte civile. La peggiore delle serie americane è un capolavoro rispetto alla migliore fiction italiana. Che è fiction, appunto. Per non parlare delle sit-com. Quando loro avevano “Friends” noi avevamo “Casa Vianello”, con tutto il rispetto per loro che erano anche tanto cari e simpatici. E’ un altro mondo, stop. Con tutti i limiti e difetti degli americani (che sono tanti), lì se studi, se ti fai il mazzo e vali prima o poi ti viene dato spazio. Magari nel frattempo fai pure la cameriera o il benzinaio, e pure quello non guasta. Perché ti tempra, t’irrobustisce la spina dorsale. Quella che manca a troppi ragazzi, e non solo, figli di papà e mammà che una bella mattina freschi freschi si alzano e vogliono fare il cinema. Così, senz’arte né parte. E magari dopo aver fatto i tronisti, i corteggiatori o qualche schifezza di reality con successiva ospitata dursiana ce li ritroviamo sul grande schermo con un’espressione una, e la dizione che a confronto Biscardi era Gassman. E poi invece chi ha studiato e ha talento nella migliore delle ipotesi se ne sta a casa. Nella peggiore pulisce i cessi per campà. E no, questo non è un film di Sorrentino. Ma la cruda e triste realtà. 

Ma ci siamo portati a casa un popò di premio che tutto il mondo ci invidia...

E quindi mai una gioia? Non proprio, dai. Perché è vero, siamo fuori dai Mondiali e pure dagli Oscar. Ma ci siamo portati a casa un popò di premio che tutto il mondo ci invidia: il PornHub Award 2022, assegnato ad una ridente pulzella ragusana che ha vinto il premio nella categoria miglior performer squirting dell’anno. Che i più esperti dicono essere na roba assai complicata. Pare che i suoi video siano tra i più cliccati della famosa piattaforma porno. E allora su, che ce frega dell’Oscar! Da “Rocco e i suoi fratelli” (memorabile film di Luchino Visconti) a Rocco Siffredi infondo è un attimo. E per dirla con Troisi… Non ci resta che piangere.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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