Dieci anni fa si spegneva la voce d’angelo di Whitney Houston

- di: Barbara Leone
 
Era considerata l’erede di Aretha Franklin, ma con un tocco molto più pop. Tanto che Oprah Winfrey l’aveva soprannominata “The Voice”. Esattamente come Frank Sinatra. Dieci anni fa la sua morte ha sconvolto il mondo della musica e i milioni di fan adoranti sparsi in tutto il pianeta. Era la sera dell’11 febbraio 2012 quando il corpo senza vita di Whitney Houston viene trovato nella vasca da bagno di una suite di Beverly Hills. Annegata in pochi centimetri d’acqua, dopo un letale mix di droghe.  Una morte annunciata, la sua, preceduta da un declino che si era consumato sotto gli occhi increduli del mondo intero: dal catastrofico matrimonio con Bobby Brown agli scioccanti racconti della sua tossicodipendenza, passando per le impietose foto di una donna che, un tempo di una bellezza abbacinante, si era trasformata nel fantasma di se stessa. E ancora i percorsi falliti di riabilitazione, i concerti annullati, le stonature, i fischi dei fan…

La cantante più premiata di sempre, oltre 200 milioni di copie vendute, 6 Grammy Awards, 2 Emmy Awards, 31 Billboard Music Awards, 22 American Music Award…

E dire che in pochi anni aveva lasciato una traccia indelebile, diventando praticamente da subito regina assoluta del soul pop. Tant’è che ancora oggi sono moltissime le cantanti che cercano, invano, di imitarla. Perché la Houston era unica, correva sulle note come Maradona dietro al pallone, con la sua voce cristallina e robusta al tempo stesso, capace di estendersi per tre ottave sino ad arrivare ad un falsetto sublime. Un funambolo assoluto nell’universo della musica moderna, acclamatissima anche per i look raffinati e le ondulate chiome che hanno fatto storia.

E poi gli innumerevoli record: oltre 200 milioni di copie vendute, 6 Grammy Awards, 2 Emmy Awards, 31 Billboard Music Awards, 22 American Music Award… In poche parole, la cantante più premiata di sempre. Una leggenda assoluta, a cui proprio in questi giorni è stato assegnato l’ennesimo riconoscimento: il disco diamante per “I Will Always Love You”, celebre colonna sonora del romantico film “The Bodyguard” interpretato dalla Houston stessa al fianco di Kevin Costner. Praticamente l’equivalente di dieci dischi di platino. In soldoni, una cifra pazzesca. 

Poteva salvarsi? Sì, no, forse. Per gli amici più stretti era già morta da tempo, vista l’enorme quantità di droga di cui faceva uso (arrivando a spendere, pare, fino a 6300 dollari a settimana). “Il più grande demonio sono io - disse in un’intervista del 2002 -. Posso essere il mio miglior amico o il mio nemico peggiore”. Un profetico e funesto epitaffio pronunciato in vita che, per visto l’epilogo, riecheggia anche oggi  in tutta la sua drammatica e brutale prepotenza. E lascia ancor di più l’amaro in bocca per la tragica fine di questa donna dall’animo fragile e dal talento unico, che baciata dalla natura ha vissuto la sua breve esistenza in balia dei suoi demoni in-cantando il mondo intero con la sua voce d’angelo.
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