Anzaldi (Italia Viva): "Si a Open Fiber, no al folle progetto di Conte"

- di: Redazione
 
Sono momenti decisivi per la rete unica in Italia e, quindi, ogni presa di posizione che interviene su questo dossier, che sta diventando soprattutto politicamente molto delicato, merita attenzione. Come quella di Michele Anzaldi (nella foto), battagliero parlamentare di Italia Viva, che ha chiesto a Mario Draghi ed all'esecutivo che guida un cambio di prospettiva rispetto alle idee del governo guidato da Giuseppe Conte che il deputato di Iv definisce, senza tanti giri di parole, come "folle".

Per Anzaldi, sulla rete unica", è  "fondamentale che il Governo Draghi operi una netta inversione di rotta rispetto al folle progetto del Governo Conte: no regali a Tim o quantomeno vengano fatti in piena trasparenza e motivati; no sprechi dei fondi del Recovery Plan per fare un favore ad una società privata peraltro a proprietà straniera; no azioni che mettono a rischio l’effettiva realizzazione in tempi rapidi di un’infrastruttura decisiva per il futuro del Paese". Affermazioni molto dure che mettono sotto accusa le determinazioni del precedente governo sulle quali lancia l'accusa nemmeno tanto velata di avere cercato di privilegiare una azienda (Tim) rispetto ad un'altra (Open Fiber), che peraltro sta ottenendo eccellenti risultati in termini di connessione di altissima resa sull'intero territorio nazionale. 

Alzaldi, riferendosi a "indiscrezioni e dichiarazioni di questi giorni", attribuisce ai ministri Giorgetti (Sviluppo economico), Colao (Innovazione tecnologica) e Franco (Economia) "posizioni ben diverse rispetto al precedente governo", cosa che per lui merita un giudizio "positivo". "E’ necessario - sostiene il deputato di Italia Viva sul suo blog - che la questione venga affrontata in Parlamento, per archiviare definitivamente il tentativo di salvare i conti di Tim con i fondi europei, come avrebbe voluto fare Conte". La richiesta di Anzaldi è inequivocabile: "Occorre cambiare passo, a maggior ragione dopo quanto ha messo nero su bianco dall’Antitrust, ovvero che nelle aree non a fallimento di mercato occorre “preservare gli incentivi alla realizzazione di reti di telecomunicazione in concorrenza”. 

La stoccata finale Anzaldi la riserva ancora all'esecutivo Conte, sia pure indirettamente, quando afferma che "se l’Italia ha visto un’accelerazione negli ultimi anni sulla digitalizzazione e la banda larga, è stato grazie al progetto Open Fiber avviato dal Governo Renzi, dopo decenni di ritardi accumulati da Tim. E’ evidente che il primo destinatario del forte investimento pubblico che arriverà con il Recovery Fund deve essere la fibra che Open Fiber, società pubblica, sta realizzando, per arrivare ad una infrastruttura pubblica, indipendente, aperta a tutti e in grado davvero di incentivare la concorrenza"-

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